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Cronaca

Jesi Insulti razzisti a Trudo, tutto archiviato: «Assurdo!»

Due “tifosi” del Fossombrone nel 2023 avevano urlato offese al capitano della Jesina, che li aveva denunciati, si aspettano le motivazioni: «Vado avanti, è inutile parlare di lotta al razzismo se poi non si fa nulla di concreto»

Jesi – Le offese a sfondo razziale rivolte al capitano della Jesina Kevin Trudo dopo la partita a Fossombrone nel marzo 2023, in seguito alle quali aveva sporto denuncia, sono state archiviate.

Insomma, a quanto pare, non sono stati riscontrati elementi sufficienti a supporto di quanto affermato dal giocatore e udito da molti suoi compagni e spettatori.

I fatti risalgono al 12 marzo 2023, quando la formazione biancorossa era andata ad espugnare il campo della Fossempronese grazie a un gol di Monachesi, con i padroni di casa che avevano reclamato per due rigori, a loro dire, non concessi e un conseguente dopo-gara abbastanza acceso. I leoncelli avevano festeggiato la vittoria sotto il settore occupato dai propri sostenitori e si erano poi diretti negli spogliatoi ricevendo insulti e provocazioni da parte dei tifosi locali.

Un paio di loro, però, erano andati oltre, rivolgendo all’attaccante francese originario della Martinica l’epiteto di «negro di merda». In molti tra il pubblico e i giocatori hanno ascoltato quella frase indegna e fuori dal tempo, tra cui la moglie di Kevin, Sara, e il figlio, Lyam, che allora aveva 3 anni.

In molti, anche di Fossombrone, hanno chiesto scusa a Trudo, che s’era visibilmente alterato per l’episodio, additando i due signori in tribuna. Il giorno dopo il capitano aveva scelto di non farla passare come l’ennesimo caso di razzismo nato e morto lì e s’era recato dalle Forze dell’ordine per denunciare. Dalle foto disponibili e dai filmati aveva anche indicato i due, uno dei quali era stato riconosciuto e identificato.

«Ho dovuto spiegare a mio figlio che cosa fosse accaduto, trovando le parole giuste da usare con un bambino di tre anni. Mi aveva visto molto arrabbiato, s’era spaventato e mi aveva chiesto perchè. Non voglio che viva in un mondo in cui sia per lui un peso avere il padre nero e la mamma bianca, ma sembra che ancora ci siano questi problemi per certa gente. Per questo ho detto basta e ho scelto di agire per vie legali. L’avevo fatto anche e soprattutto per lui».

Poi, però, i mesi passano e Trudo non ha più notizie della denuncia sporta. Quindi, la decisione di far chiedere lumi ai propri legali e l’inopinata notizia dell’avvenuta archiviazione che arriva come un ulteriore insulto.

«È assurdo! Si parla continuamente di dover fare qualcosa contro questi episodi di razzismo. Di non girarsi dall’altra parte e denunciare. Poi uno lo fa, non per se stesso ma per dare l’esempio, e non succede nulla. Si fa finta che non sia accaduto. Questo non è un bel segnale, stiamo andando indietro».

Già, perchè a Kevin Trudo sarebbe bastato lanciare un messaggio, quello che chi si macchia di questi episodi in questo Paese non rimane impunito.

«Mi rattrista pensare che nel 2024 – racconta il capitano leoncello – ancora esistano persone del genere, ma la giustizia deve intervenire. Se non un provvedimento penale, mi sarei aspettato almeno un provvedimento di Daspo, così i due personaggi avrebbero passato le domeniche a riflettere su quello che mi hanno urlato contro. Invece, da settembre potranno tornare a divertirsi a seguire la loro squadra o qualsiasi altra partita, magari rivolgendo gli stessi insulti a qualcun altro. Allora è inutile mettere scritte contro il razzismo e per il fair play se poi non si punisce chi va contro queste regole di civiltà».

Tuttavia, l’esperto giocatore sembra non voler mollare e voglia andare in fondo alla vicenda per «fare più rumore possibile», in modo che la gente ci pensi due volte, prima.

«Innanzi tutto – assicura – ora attenderemo con i miei avvocati le motivazioni per capire il perchè non abbiano dato seguito alla denuncia. Quindi valuteremo il da farsi. Di sicuro ho già detto a chi mi rappresenta di non voler lasciare nulla di intentato. Non cerco vendette ma voglio dare un contributo affinchè queste scene non si ripetano. Lo devo a mio figlio».

Infine, il parigino di Jesi ci tiene a sottolineare che non ha nulla contro Fossombrone e i suoi abitanti.

«Erano due imbecilli in mezzo a 200 persone normali. Non sono un superficiale che pensa che tutti a Fossombrone siano come loro. Tante persone del posto mi hanno mandato le loro scuse. Solo quei due ancora non l’hanno fatto…».

© riproduzione riservata

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