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Jesi Nel cuore del Palio con il libro di Giancarlo Catani

Il volume sulle tappe della rievocazione storica sarà riproposto all’interno della mostra alla chiesa di San Nicolò, dal 9 al 12 maggio

Jesi “Il Palio di San Floriano, nel cuore e nella storia della città di Jesi”, un libro sulla storia del Palio ma anche sulle vicende storiche cittadine, pubblicato lo scorso anno dall’avvocato Giancarlo Catani, consigliere comunale nonché tra i padri fondatori della rievocazione.

Il volume sarà riproposto durante le giornate del Palio di San Floriano, in particolare nella mostra che verrà allestita dal 9 al 12 maggio presso la chiesa di San Nicolò, dedicata al santo e alle tappe della rievocazione storica.

Come ha spiegato l’autore, l’opera vuole far conoscere ai lettori la storia di «una manifestazione che di anno in anno si è caratterizzata per il coinvolgimento di un numero sempre maggiore di persone, di associazioni e di enti, ciascuno dei quali ha portato una specifica competenza, una passione per un settore o per un progetto. L’unico evento della città – sottolinea – che coinvolge tutti Comuni della Vallesina».

Nel libro si ripercorrono la storia dei costumi, dei giochi, delle taverne, ma anche la storia della città e di un territorio, a partire dalla costituzione del Contado in epoca medievale, storicamente composto da 16 Castelli, un’area che si estendeva da Corinaldo ad Apiro, sulla quale Jesi aveva il controllo.

Un volume che, oltre alle testimonianze storiche, propone una ricca documentazione fotografica delle edizioni della manifestazione, dei costumi, degli articoli di giornale ma anche dei documenti contabili di un tempo, che riportavano le quote versate dai Castelli del Contado per partecipare al Palio.

«Manifestazione popolare che, come riportano le fonti, venne istituita a Jesi nel periodo federiciano, già nel maggio del 1194 il conte Trasmondo di Morro Panicale – oggi Castelbellino – si sottometteva a Jesi».

Mentre la prima attestazione della presentazione del Pallio al Comune di Jesi risale a 796 anni fa, nel 1227, e la consegna avvenne dal Comune di Apiro. I Comuni, per la festa del patrono San Floriano, il 4 maggio, dovevano portare alla città un proprio gonfalone, il pallio, e la cera, oltre a prestare un giuramento di sudditanza a Jesi. Queste manifestazioni si svolsero fino al 1808, sospese con le soppressioni napoleoniche durante il periodo della dominazione francese in Italia.

Monsignor Costantino Urieli, giornalista e storico jesino, negli anni Settanta studiò a lungo le vicende dell’antica Aesis e del suo Contado e preparò un progetto per rievocare quei tempi, ma non ci fu un seguito operativo.

Nel 1994 don Mario Bagnacavalli, parroco nel centro storico, a San Pietro Apostolo, coltivò il sogno di proporre un Palio moderno e convolse due capi scout, Loredana Ceciliani e Luca Contadini, proprio in quell’anno fu realizzato il proto-palio con giochi secondo il metodo scout, in Piazza Federico II, riuscendo a coinvolgere i diversi gruppi dell’associazione.

Don Mario, che vedeva il centro storico spopolarsi, aveva pensato, infatti, a una rievocazione storica per coinvolgere i ragazzi e le ragazze e per rivitalizzarlo.

Dell’associazione del Palio, che inizialmente si chiamava “Associazione Amici della Società del Palio di San Floriano”, primo presidente è stato proprio Giancarlo Catani – dal 1995 al 2004 e poi di nuovo presidente dal 2011 al 2012 – e ha mantenuto un forte legame con l’associazione nella quale si è sempre impegnato.

© riproduzione riservata

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