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Jesi Performance magica di Elena Bucci al Teatro Pergolesi

La cerimonia di consegna all’attrice del “Premio Valeria Moriconi – Protagonista della scena”, si è esibita nell’atto unico “Canto alle vite infinite”, a Marina Occhionero il premio “Futuro della scena”

Jesi – Dopo sette, otto anni di frequentazione, come membro della Commissione del Premio Valeria Moriconi Protagonista della Scena, con alcuni amici e conoscenti che hanno il mio stesso (forse di più?, non lo so) attaccamento al teatro non inteso soltanto come il contenitore Pergolesi di Jesi – mi sono fatto persuaso (grazie Camilleri per la citazione gratuita) che quello cui abbiamo assistito, cioè non la mera consegna del premio all’attrice designata ma alla performance dell’attrice stessa e ai discorsi (brevi ma ricchi di gratitudine antica, dalla tragedia greca ai contemporanei) è stato qualcosa di magico.

Elena Bucci, l’attrice che ha fatto concentrare su di sé le luci, i tagli, la musica, le voci di dentro e di fuori, non appena si è aperto il sipario, ci ha regalato un capolavoro di atto unico, farina del suo sacco romagnolo, intitolato Canto alle vite infinite.

Non si è sentita una mosca, nell’ora in cui Elena ha ribadito quel «salto mortale che mi hanno insegnato la Duse e la Moriconi: la sensazione della verità di immergersi nelle vite degli altri e dare voce a coloro che la storia, spesso non ascolta o non racconta. Così l’ho fatto io. Ho rivisto i miei fantasmi antichi, romagnoli, le cui facce si sono imposte e collocate nella mia mente fin dal momento in cui la mia immaginazione, che cresceva con l’età, le ha rimesse a nudo».

Un privilegio per gli spettatori, resi partecipi e testimoni di un’ode all’esistenza che assomiglia a una ninna nanna ma che poi lentamente diventa evocazioni ed emozioni. Avevo avuto (parlo in prima persona) la stessa sensazione emotiva con Ottavia Piccolo, che presentò, nell’ultima edizione, “Donna non rieducabile”, un adattamento di brani e testi di Anna Politkovskaja, la giornalista russa uccisa dal regime per la sua “necessità di ricercare sempre la verità”.

Lo stesso dicasi con Emma Dante, due anni prima, che presentò “Acquasanta” insieme a Carmine Maringola. Perché queste mie note di oggi? Perché il tempo per riflettere sul teatro, il Teatro te lo offre sempre. Mettendo su di un unico fil rouge Eleonora Duse, Valeria Moriconi, Elena Bucci.

E allora, certo, giro di valzer delle premiazioni, Lucia Chiatti, direttore generale della Fondazione Pergolesi Spontini, dà il via con il saluto istituzionale di Mirko Bilò, consigliere regionale, poi il direttore dell’Amat Gilberto Santini, che ha ringraziato e chiamato sul palco i membri della commissione del Premio, cioè Franco Cecchini, il sottoscritto e Pierfrancesco Giannangeli, docente, giornalista e consulente per la formazione del pubblico della Fondazione.

Poi Paola Zega, presidente Soroptimist Club Jesi che ha patrocinato e sostenuto il Premio Valeria Moriconi 2024. A seguire Luca Brecciaroli, assessore alla cultura del Comune di Jesi, che ha letto la bellissima motivazione del Premio e ha premiato Elena Bucci, con un’ opera fotografica di Tommaso Le Pera, raffigurante Valeria Moriconi in “Antonio e Cleopatra” del 1989 nella regia di Giancarlo Cobelli.

Infine, Lucia Chiatti ha consegnato il Premio Valeria Moriconi “Futuro della scena” a Marina Occhionero, con un’opera fotografica di Tommaso Le Pera raffigurante Valeria Moriconi in “Epitaffio e ballata per Salomè” del 1971 nella regia di Franco Enriquez.

Ha detto la Bucci di assumersi tutte le responsabilità nell’assegnazione del premio alla giovane Occhionero: «La ragazza è particolarmente meritevole e promettente. L’ho segnalata. Mi ha colpito. Sta già trovando la sua cifra definitiva su cui lavorare».

Una nota finale? Il Premio già guarda al futuro: ma noi che scriviamo e che ormai abbiamo avuto l’occasione di seguire ogni strato della storia teatrale, sappiamo che là fuori sta scalpitando una nuova generazione di attori e attrici, oltre agli addetti ai lavori, che hanno, sicuramente, in Elena Bucci un punto di partenza e un esempio magistrale su quello che significa il teatro.

Come diceva Valeria Moriconi, «Ognuno, nella vita, deve muoversi nella direzione segnata dai battiti del proprio cuore». La sua è stata il Teatro. Grazie.

(Foto Binci)

© riproduzione riservata

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