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Scorcelletti Federico Zenobi: il murale che racconta le storie di tutti i giorni

Adorna con orgoglio una delle pareti esterne del locale Circolo che si affaccia sulla Provinciale 76, messaggio potente per un luogo che accoglie generazioni e sensibilità diverse

CastelbellinoUn’opera d’arte ha preso vita sotto le mani laboriose di Federico Zenobi, street artist jesino, che di queste sue bellezze artistiche ha lasciato testimonianza in diversi luoghi. Basta solo affacciarsi, ad esempio, a Jesi o a Cacciano, frazione di Fabriano, il borgo dei murales.

Il murale in questione, dal titolo emblematico di Imparare e Crescere, ora adorna con orgoglio una delle pareti esterne del locale Circolo di Scorcelleti che si affaccia sulla Provinciale 76. È il risultato di cinque giorni di intenso lavoro, circa dieci ore quotidiane, quanto c’è voluto per realizzarlo.

L’idea, nata dal desiderio dei membri del Direttivo del Circolo, era quella di creare qualcosa che potesse rappresentare il cuore pulsante della comunità. Non c’era un tema preciso all’inizio, ma attraverso conversazioni e domande, come è sua abitudine prima di realizzare un’opera, Federico Zenobi ha scoperto che il Circolo era un luogo di aggregazione gestito da anziani e giovani, dove si sta insieme, si gioca a carte e si condividono momenti.

«Abbiamo parlato un po’, mi dicevano che era un centro di aggregazione con anziani che gestiscono e mentre lavoravo ho potuto vedere come all’esterno c’era un pot-pourri di persone, pieno di mamme e bambini, di tante etnie diverse – racconta Federico Zenobi -. Da qui sono arrivato alla sintesi di questo nonno con la bambina che leggono un libro».

Una bambina immersa nella lettura di un libro. Questa scelta artistica simboleggia la conoscenza e l’apertura verso nuove storie e culture, un messaggio potente per un luogo che accoglie generazioni e sensibilità diverse.

La palette di colori utilizzata si armonizza perfettamente con l’edificio, integrandosi con discrezione nell’ambiente circostante «essendo su una strada principale – spiega Federico – non volevamo fare qualcosa che avesse troppo impatto».

Il murale, infatti, cattura l’attenzione ma senza risultare invadente, un equilibrio delicato che l’artista jesino ha saputo magistralmente raggiungere.

Quest’opera assume un significato ancora più profondo per lui che, pochi mesi fa, ha perso il nonno al quale era molto legato.

«Un’opera che ho sentito particolarmente mia ma che è per Il Circolo, per i bambini, per gli anziani e per tutti quelli che lo frequentano».

«Diciamo che in questo caso, a differenza delle altre mie opere, c’era anche una parte più personale e sentimentale», racconta Federico.

Questo ennesimo murale è più di una semplice decorazione muraria: è un punto di incontro tra passato e futuro, un omaggio alla diversità e un invito alla riflessione.

È un’opera che, come la bambina raffigurata, sussurra storie di comunità e di appartenenza a chiunque sia disposto ad ascoltare, magari mentre si ferma ad ammirare.

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