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CHIARAVALLE L’appello di una madre: «Riaprite il cimitero»

cimitero chiaravalle

Per alcuni prioritario andare a far visita ai familiari defunti: una soluzione,  contingentare gli ingressi

CHIARAVALLE, 17 aprile 2020 – «Perchè non posso andare al cimitero a rendere omaggio a mia figlia morta?».

«Non è certo un luogo frequentato e dove c’è un’alta concentrazione di persone; per noi è prioritario recarci al cimitero».

Sono alcune delle riflessioni e delle richieste che sono giunte da cittadini che criticano l’impossibilità di poter recarsi nella struttura comunale di via San Bernardo. «Fino al Venerdì Santo era possibile andare a trovare i proprio defunti – dice la signora Mara – e il Sindaco non aveva disposto la chiusura del cimitero. Poi, però, su sollecitazione della Polizia Locale, che aveva già elevato alcune sanzioni, il cimitero è stato chiuso. Ci sembra una cosa sbagliata. Per noi genitori e familiari è prioritario andare ad accudire cappelline e tombe – dice con garbo la signora di Chiaravalle – . In questo periodo è paradossale che vengano forniti supporti e aiuti psicologici tramite anche l’ausilio di figure professionali e poi ci venga impedito di recarci al cimitero che per noi è una cosa di un’importanza morale fondamentale».

cimitero chiaravalle

 

«Capisco che si voglia evitare di fornire scuse e giustificazioni ad alcune persone che non rispettano le norme in vigore ma penalizzare chi ha i suoi cari in quel luogo, impedire le visite mi sembra una cattiveria. Hanno riaperto librerie e negozi per bambini, davanti a qualche tabaccheria ci sono file lunghissime, non capisco perché non ci si consenta di recarci dove abbiamo i nostri cari defunti, magari osservando orari prestabiliti o obbligandoci ad andare fino al cimitero in auto in modo da impedirci di fare passeggiate oppure contingentando gli ingressi. Non penso che in un luogo così grande e all’aria aperta, frequentato almeno a Chiaravalle da poche persone, ci sia rischio di contagio».

La notizia che giunge da Amandola dove la Protezione Civile si fa carico di accudire tombe e cappelline private ha ancor più frastornato le persone.

«Che modi sono? È come se uno volesse pregare in chiesa e ci mandasse un altro a pregare al posto suo. Per noi è una priorità recarci al cimitero e non ci sembra che lì si creino pericolosi assembramenti, quindi chiediamo di ripensare alla chiusura e consentire magari un’apertura con orari prestabiliti e ingressi controllati».

Gianluca Fenucci

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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