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JESI La telemedicina sbarca al Collegio Pergolesi

Il progetto del Rotary Club jesino entra anche nelle case di riposo con l’innovativo sistema di assistenza

JESI, 10 dicembre 2020 – Il progetto del Rotary Club di Jesi sulla telemedicina entra nelle Case di riposo.

Marco Pozzi

Marco Pozzi

Partito dalle criticità emerse con la pandemia, ha come obiettivo l’assistenza dei pazienti con patologie croniche. Sabato scorso è stato presentato nella Residenza per anziani Collegio Pergolesi di Jesi (foto in primo piano), prima struttura ad aderire all’iniziativa, a beneficio dei suoi 70 ospiti e dei 9 medici che li seguono. Ideato dal presidente del Rotary Club di Jesi, il cardiochirurgo pediatrico Marco Pozzi, il progetto della telemedicina è coordinato dal dottor Guglielmo Cherubini che ha illustrato le modalità operative della collaborazione e i suoi sviluppi.

Cherubini

Il dottor Guglielmo Cherubini

Il direttore del Collegio, Enrico Carrescia, ha espresso soddisfazione per aver individuato la struttura. Questo sistema di controllo e monitoraggio dei pazienti a distanza non potrà che essere sia un valido strumento per garantire continuità medica assistenziale, sia un valido supporto per il benessere psicologico del paziente, soprattutto in questo periodo pandemico.

Il progetto ha raccolto la collaborazione dell’Amministrazione comunale, in particolare dell’assessore ai Servizi Sociali Marialuisa Quaglieri e del sindaco Massimo Bacci.

«Ringrazio il Rotary – ha dichiarato l’assessora Quaglieri – ed in particolare il presidente Pozzi per questo service, per avere individuato nel nostro territorio il destinatario di questo importante progetto, già illustrato alcune settimane orsono presso la sala consiliare del Comune, alla presenza del sindaco Bacci. Il Comune di Jesi si attiverà per veicolarne i contenuti e le potenzialità nei confronti degli altri Comuni della Vallesina e delle realtà a essi riconducibili, in ambito socio-assistenziale».

Destinata ai pazienti trattati a domicilio o in strutture private o pubbliche protette, la telemedicina garantisce un monitoraggio volto a evitare la degenerazione dei casi oligosintomatici in un quadro clinico più severo che, se non trattato tempestivamente, può avere esiti altamente infausti.

«Ancor prima della pandemia – ha dichiarato il dott. Cherubini – si ravvisava la necessità, soprattutto nella gestione della cronicità, dell’utilizzo di un sistema informatico che potesse migliorare la qualità dell’assistenza, garantendo la continuità delle cure. Il telemonitoraggio rappresentava pertanto un ottimo sistema mirato a portare direttamente presso la casa del paziente il servizio del medico, senza che questo si allontanasse dal suo studio e senza che il paziente stesso fosse costretto a muoversi. Sicuramente la pandemia ha evidenziato ancor più l’importanza della telemedicina quale strumento per l’assistenza al paziente Covid, attraverso soluzioni di autogestione e monitoraggio anche al fine di ridurre il ricorso alla ospedalizzazione».

Telemedicina Rotary Club jesi circoscrizione san francesco

«Mi sto dedicando alla telemedicina da 6-7 anni – ha dichiarato il presidente del Rotary di Jesi Marco Pozzi –, prima con un sistema di teleconsultazione di terzo livello tra il reparto che dirigo all’ospedale regionale di Torrette di Ancona e un paio di ospedali abruzzesi. In tempi più recenti, poi, mi sono interessato a un uso a più ampio spettro, in termini di patologie, della telemedicina. In particolare, il suo impiego nella gestione dei pazienti con patologie croniche. Quando poi è scoppiata la prima ondata Covid e si è visto che l’isolamento era una delle armi più efficaci per contenere e ridurre le infezioni, mi è parso chiaro che la telemedicina potesse offrire una risposta a delle problematiche attuali e urgenti».

«Poteva diventare un’arma efficacissima per i medici di famiglia, che sono in prima linea e spesso sono “trascurati” quando si tratta di fornire strumenti per gestire questa pandemia».

«Al momento – ha chiarito Pozzi – al progetto di distretto del Rotary, che interessa quattro regioni tra Umbria, Molise, Abruzzo e Marche, hanno aderito circa 80 medici, mentre al progetto del Club di Jesi e Vallesina siamo a una decina, sebbene il numero di questi ultimi sia in crescita, stando alle richieste che ci stanno arrivando, giorno dopo giorno, di aggiungersi al progetto».

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