Jesi
LETTERE&OPINIONI PRONTO SOCCORSO JESI, MASSIMILIANO LUCABONI: “SE SERVE MI INCATENERÒ PER PROTESTA DAVANTI ALLA REGIONE”
30 Novembre 2016
JESI, 30 novembre 2016 – Ormai parlare di sanità nella nostra città o regione è divenuto quasi come parlare di sport in un bar cittadino. Ci si accalora, si scalpita ma poi tutto finisce lì. E invece per la sanità locale non può finire tutto qui.
Stamattina mi chiama una carissima amica che da tempo non sentivo. Lavora al pronto soccorso di Jesi e mi ha voluto raccontare una giornata di quelle che possiamo definire al limite della sopportazione umana.
Siamo a ieri 29 novembre giornata non con bollino rosso ma rovente. Il pronto soccorso è un luogo di transito dove casi gravi vengono stabilizzati e poi mandati nei reparti di degenza. Ma quando i posti non ci sono anche il pronto soccorso diventa un luogo di lungo degenza esattamente come il reparto di medicina. Peccato che accade che ieri, ad esempio, si sono trovati nel reparto tre codici rossi con cardiopatie non irrilevanti.
In questi casi, non solo il buon senso, ma la legge prevede che queste persone, anziane tra l’altro, vengano stabilizzate e inviate nei reparti dove poi segue la cura. Ebbene, nei reparti non ci sono letti disponibili e allora tutti rimangono nel pronto socorso dove ieri sembrava di essere in un parcheggio di Roma o Napoli con barelle messe in file da 4 e mettiamoci i parenti ad assistere: era praticamente impossibile lavorare e muoversi per il personale medico ed infermieristico. A tutto ciò aggiungiamo l’arrivo di uno dei tanti extracomunitari accompagnato da un sedicente personaggio di qualche associazione che visto i ritardi nell’essere visitato e di parlare con un medico si è messo ad urlare contro il personale dandogli del razzista solo perché doveva aspettare il suo turno.
Ora chiedo al Signor Sindaco di Jesi quanto è tollerabile e sopportabile questa situazione? E’ normale che una persona che fa il proprio dovere debba sentirsi insultata e magari uscire dal lavoro dopo un turno massacrante con le lacrime agli occhi perché ormai ha superato il proprio limite di sopportazione?
C’è il reparto di broncopneumologia dove ci sono 10 posti letto inutilizzati solo perché mancano i medici. Ma allora chiedo a Santarelli perché il Pd che è causa ed effetto di questo disagio non interviene sul proprio Presidente regionale per mandare personale, attrezzature, tutto ciò che serve per rendere scorrevole il lavoro del personale medico ed infermieristico?
Forse è vera quella logica orrenda, da qualcuno paventata che in Regione, che si aiutano solo quelle strutture ospedaliere dove esistono amministrazioni a guida Pd? Perché se così fosse almeno lo si dica chiaramente. E’ vergognoso ascoltare il pianto di persone, professionisti, che da sempre fanno con dignità il loro lavoro, che oggi supplicano, e non esagero nel termine, di poter lavorare nelle condizioni atte a che questo avvenga.
Tante oggi sono le richieste del personale per essere trasferito ad altre mansioni piuttosto che quelle di pronto soccorso. Qui rischiamo molto. Se dovesse servire posso anche incatenarmi davanti alla Regione come estrema ratio di protesta: lo farei. Qui, invece, si chiacchiera e basta.
Ripeto, la sanità non è solo un costo ma un investimento. Investire sulla sanità significa investire sul buon senso, l’umanità e il rispetto di degenti e lavoratori.
Massimiliano Lucaboni
Coordinatore Forza Italia – Jesi