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Jesi L’incontro di Remo Uncini con il “Nulla”

Presentazione del libro, i molti volti dell’autore si comprendono solo se guardati alla luce di quello più importante, che fa da collante alla sua intera esperienza umana: quello del cristiano

Jesi – Si è svolta giovedì sera, presso la sala, gremita, del teatro Il Piccolo di San Giuseppe, la presentazione dell’ultima pubblicazione di Remo Uncini, “Nulla”, edito da Voce della Vallesina Edizioni, il settimanale diocesano che quest’anno festeggia il 70° anniversario dalla sua fondazione. 

Nel corso dell’evento, mediato da Beatrice Testadiferro, direttrice di Voce, hanno dialogato con l’autore il vescovo della diocesi mons. Gerardo Rocconi, don Giuliano Fiorentini, parroco di San Giuseppe, l’avvocato Antonio Mastri, il rettore del santuario delle Grazie, padre Adrian Timaru e lo storico Agostino Amedoro.  

Beatrice Testadiferro, Agostino Amedoro, Antonio Mastri, Remo Uncini, mons. Gerardo Rocconi, padre Adrian Timaru, don Giuliano Fiorentini

Presenti anche la moglie Graziella e i figli, David e Tommaso, entrambi musicisti diplomati al Conservatorio, che hanno intrattenuto i presenti sulle note di alcuni brani jazz eseguiti alla tromba e al sassofono.

Ad aprire l’evento le voci familiari, abili, di Dante Ricci e Mugia Bellagamba hanno letto ai presenti alcune pagine tratte dal libro, seguite dagli interventi degli ospiti, primo fra tutti quello mons. Gerardo Rocconi che ha condiviso con Remo l’esperienza della comunità dei Piccoli Fratelli.

«Nel libro ho visto l’entroterra di Remo – ha affermato mons. Rocconi -. La fede non è il risultato di ragionamenti o studi, anche se tutto questo serve, ma di un abbandono attraverso cui Dio possa rivelarsi». 

Tommaso e David Uncini

Operaio poi erborista, scrittore, consigliere provinciale e nazionale dell’Associazione cristiana lavoratori italiani, Acli, presidente di zona per la Vallesina, vice presidente dell’associazione di volontariato Oikos e  ancora marito, padre, nonno. I molti volti di Remo si comprendono solo se guardati alla luce di quello più importante, che fa da collante alla sua intera esperienza umana: quello del cristiano.

«Una spiritualità, la sua, impastata di deserto e solitudine», ha detto il parroco di San Giuseppe, don Giuliano Fiorentini. 

Contemplativo, “monaco dentro” – come si definisce egli stesso nella quarta di copertina – la vita di Remo è puntellata di momenti di eremo che si alternano a quelli della quotidianità frenetica. In lui coabitano armoniosamente quelli che padre Adrian Timaru ha definito  tempo del fare e tempo dello stare, che è il tempo della relazione con Dio e con l’umanità.

Remo Uncini

Ecco dunque che il Nulla di Remo rappresenta la condizione di partenza della ricerca, ora gioiosa ora affannosa e inquieta, tuttavia incessante, di questa relazione con Dio, un bisogno tutto umano di accedere al Tutto con il quale il Nulla sta in rapporto dialettico. 

Remo Uncini ha fatto parte della comunità del Terzo Giorno di Montecarotto, esperienza post conciliare che alcuni giovani hanno tentato negli anni Settanta richiamandosi ai valori dell’accoglienza e della solidarietà.

Legatissimo alla figura del Beato Padre Charles de Foucauld, è entrato nella comunità dei Piccoli Fratelli del Vangelo nella fraternità di Milazzo (Sicilia) per poi passare un periodo nella fraternità di Beni Abbés (Algeria). 

Agostino Amedoro

In passato ha scritto e pubblicato “Paolo, un fratello, un amico, una comunità” (1996) edito da Utj, “Le Strade del Silenzio” (2009), “L’Amico” (2012).

Remo collabora con il settimanale Voce della Vallesina dal febbraio 2006 e dal settembre 2007 cura la rubrica settimanale “Riflessioni, le idee, le domande, le risposte, le posizioni” in cui, partendo da vicende di attualità locale e nazionale, propone una chiave di lettura collegandosi alla spiritualità cristiana.  

«Leggendo il libro ho scoperto che Remo non è uno scrittore, è uno che vive scrivendo, la scrittura è la sua vita», ha affermato il professor Agostino Amedoro. 

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