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Cronaca

Jesi Ascensore di Palazzo Battaglia, verso la progettazione

Si è chiusa la manifestazione d’interesse per individuare i professionisti, con questa sarà possibile partecipare ai bandi di finanziamento, 350mila euro l’importo dei lavori

Jesi – Si è chiusa la manifestazione di interesse indetta dal Comune e ora è in corso l’affidamento della progettazione.

E’ questo l’aggiornamento della situazione a Palazzo Battaglia per la realizzazione dell’ascensore che andrà a sostituire la scala mobile andata in pensione a novembre 2022, e che permetterà di nuovo l’abbattimento delle barriere architettoniche per l’accesso al centro storico da via Nazario Sauro. Un iter amministrativo, dunque, che sta andando avanti, seppur a piccoli passi.

«Dato l’importo, avremmo potuto affidare l’incarico di progettazione in modo diretto a uno studio di nostra scelta ma abbiamo pensato di attivare la maggiore partecipazione cittadina con la manifestazione d’interesse che avrebbe coinvolto un ventaglio di professionisti del territorio, tra cui scegliere – ha spiegato l’assessora ai lavori pubblici, Valeria Melappioni -. Quando la progettazione sarà terminata, con quella potremo partecipare a bandi mirati per ottenere i finanziamenti necessari alla realizzazione dell’ascensore».

E’ di circa 350mila euro, l’importo previsto per i lavori.

Circa il reperimento dei fondi, risale a fine 2023 la proposta del consigliere di Jesiamo Nicola Filonzi, di attingere dall’eredità Cesarini per il finanziamento dell’opera, o dai fondi destinati al Complesso San Martino. Proposta che non era stata accolta dalla maggioranza.

La Giunta aveva evidenziato la necessità di non toccare i fondi già impegnati in altre riqualificazioni e di cercare invece nuovi finanziamenti, spiegando che dopo vari sopralluoghi e valutazioni tecniche, la scelta di realizzare l‘ascensore si era rivelata la più idonea rispetto al ripristino della scala mobile, che dopo 30 anni di onorata carriera aveva spento i motori.

La normativa attuale, infatti, non avrebbe permesso di rimettere in funzione il vecchio manufatto se non con i dovuti ampliamenti o con una sostituzione che avrebbe richiesto importanti opere murarie, più complicate e costose rispetto all’installazione di un ascensore nuovo.

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