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Jesi Impianto rifiuti Edison: molti dubbi, molte eccezioni e… poca sicurezza

Dopo l’inchiesta pubblica PattoxJesi ritorna sulla scelta e la compatibilità della struttura con il territorio e con la realtà locale che vede il realizzando stabilimento pericolosamente inserito in una zona già fortemente compromessa

JesiL’inchiesta pubblica attivata dalla Provincia di Ancona sulla base della richiesta del Comune di Jesi è senz’altro una primizia nel contesto comunale e provinciale.

Tale procedura di informazione e approfondimento, inserita nell’iter amministrativo della procedura avanti l’Ente provinciale, ha visto emergere varie problematiche tecnico-giuridiche spesso sottaciute e minimizzate dalla stessa Società proponente ma, in buona parte, già inserite nelle circa 100 osservazioni comunicate alla Edison.

I problemi tecnici evidenziati nei vari interventi precedenti nei precedenti incontri degli scorsi giorni, si sono assommati ai problemi di scelta e compatibilità dell’impianto con il territorio e con la realtà locale che vede il realizzando stabilimento pericolosamente inserito in una zona già fortemente compromessa, frequentata da migliaia a di lavoratori, a pochi di metri da una mensa aziendale e scolastica e da un asilo, con grossi problemi per l’abnorme utilizzo di acqua, di un serio aumento dei trasporti, al rischio malattie a fronte di una incertezza relativa alla eccessiva quantità di rifiuti trattabili e alla loro provenienza che può estendersi da ogni parte di Italia e dell’estero.

Importante il tema procedurale sollevato da PattoxJesi relativo alla assoggettabilità del detto impianto alla delicata normativa Seveso con il Decreto legislativo 105/2025 che tende ad evitare “incidenti rilevanti” come accaddero in quella città nel 1976.

Tale procedura di natura garantista e tutelante lavoratori e cittadinanza, non è stata in alcun modo, finora, interessata dalla procedura amministrativa in corso con il rischio di una carenza procedurale mentre la proponente ha cercato di tranquillizzare tutti sostenendo che sarebbe lei stessa a garantire il rispetto dei numerosi e incisivi parametri che tale normativa garantista impone alle aziende che volessero attivare attività relativa a rifiuti pericolosi.

E’ chiaro che tale garanzia non ci può comunque bastare in quanto ci vorrebbe un e continuo serio controllo pubblico.

Ora la Edison avrà 180 giorni per rispondere ai tanti quesiti sollevati ma il Presidente ha riferito che se l’impianto (come sembrerebbe oramai chiaro!) non verrà condiviso dalla popolazione e risulterà, in qualche modo insalubre, il progetto verrà ritirato.

Speriamo e vedremo!

PattoXJesi

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