Segui QdM Notizie

Attualità

Jesi San Giuseppe: inaugurato il nuovo Spazio del Rjuso

Ieri al Campo Boario il taglio del nastro, nuovo centro logistico di recupero e distribuzione di mobilio ed elettrodomestici in disuso gestito dalla Fondazione Padre Oscar per sostenere le famiglie più fragili

Jesi – Inaugurato, alla presenza del pubblico foltissimo, lo Spazio del Rjuso del Campo Boario, il nuovo centro logistico di recupero e distribuzione di mobilio ed elettrodomestici in disuso gestito dalla Fondazione Padre Oscar per sostenere le famiglie più fragili del territorio e promuovere la cultura del riuso, nell’ottica dell’economia circolare.

Sito in viale Don Minzoni, il magazzino donato in comodato d’uso dal Comune e cofinanziato dalla Fondazione Cariverona, rappresenta solo la punta dell‘iceberg di un progetto integrale di rigenerazione urbana che ha coinvolto un grande numero di soggetti, associazioni ed enti attivi nel quartiere San Giuseppe – Smia: il più popoloso e popolare ma anche il più vivo della città – l’ha definito ieri la docente Marina Ciarmatori, referente del gruppo Spazi di incontro.

Già da subito, infatti, sarebbero in cantiere prospettive di ampliamento con un locale attivo, utile a garantire sempre più servizi.

«Aver creato uno spazio accanto al Centro Ambiente – fa sapere Paola Lenti, assessora al patrimonio – ha un significato preciso. Diamo la possibilità di non generare rifiuti ma di allungare la vita delle cose che usiamo per metterle a disposizione di chi fa fatica ad averle».

«In più – ha proseguito – permette di creare una rete di relazioni umane, contaminazioni positive. Insieme si può fare di più e bene».

Sull’aspetto umano ha fatto leva anche il direttore della Fondazione Padre Oscar Marco D’Aurizio.

«Cosa c’entra la Caritas con il riuso? Questa parola non riguarda solo i beni materiali, significa anche riabilitazione, reinserimento, dare a chi è in difficoltà l’opportunità di rimettersi in gioco. Dietro le attività ci sono tante persone, da noi ai più fragili, anche quelli non evidenti, che esistono e sono più numerosi di quanto immaginiamo».

Il centro logistico, tinteggiato gratuitamente da Alessandro Curzi con le vernici messe a disposizione da Kaparol Marche, oggi vanta anche i murales dei piccoli artisti jesini del gruppo di disegno di Elisa Latini, impegnati nella decorazione delle pareti interne del magazzino. Accoglierà – fanno sapere dalla Caritasmobilio ed elettrodomestici in buono stato e funzionanti, fatta eccezione per stoviglie e suppellettili. Per donarli o richiederli, la procedura è semplicissima: basta rivolgersi alla Fondazione che si occuperà direttamente di incrociare domanda e offerta.

Già attiva, sul sito rete del dono, anche la campagna di crowdfunding nata per acquistare un mezzo Caritas utile ad agevolare i cittadini donanti nel trasporto del mobilio presso il magazzino del Rjuso.

Presenti all’evento, mediato dalla coordinatrice del progetto Spazio del Rjuso Mariangela Boiani, anche i partners Legambiente, Fondazione Michele Scarponi, Jesi Clean, Orto del Sorriso, L’associazione Valvolare Rubbish MachineMusica dal nulla, Croce Rossa e Asp Ambito 9.

Moltissimi i progetti messi in campo con i cittadini – da quelli con le scuole Federico II ed Edgardo Mannucci, coinvolte rispettivamente in un laboratorio di fast fashion e nella creazione del logo ufficiale del magazzino – a quelli con la comunità abitante, finalmente accolta, coinvolta, invitata a mettere in luce criticità e potenziale del proprio quartiere.

«Abbiamo ascoltato le persone, adulti e bambini, per capire quali fossero le loro esigenze. Già da subito stiamo riattivando il campo sportivo in via D’Antona e vorremmo potenziare i dopo scuola, fondamentali per sostenere l’integrazione e agevolare le famiglie», ha affermato il Presidente del Comitato di quartiere San Giuseppe Andrea Bordoni, in prima linea nelle interlocuzioni con i cittadini dirette dalla Caritas.

Quello che è emerso sono due categorie di interventi egualmente urgenti e importanti per la comunità. La prima riguarda quelli pratici, di manutenzione del quartiere, dei quali oggi si occupano i referenti Giorgio Pittori ed El Amouar El Miloudi, Presidente del Centro culturale islamico Al Huda.

Insieme hanno costituito una squadra di volontari che contribuisce attivamente alla riqualificazione del proprio territorio con piccole riparazioni.

L’altra, invece, è attenta alle esigenze di ordine socio-culturale, con un occhio di riguardo ai tanti giovani e alle donne che hanno bisogno di occasioni di incontro.

Per Marina Ciarmatori «c’è la possibilità di trasformare questa diversità in modo creativo, darle un’altra visione. Proprio perché siamo diversi è importante raccontarsi».

Ma le belle storie non finiscono qui. A ispirare un pensiero ecologico, nel pieno spirito di solidarietà e condivisione ci ha pensato il biologo marino Raffaele di Placido che, chiamato sul palco da Mariangela Boiani, ha portato alla città due preziose testimonianze di sostenibilità originale e virtuosa dall’Italia.

Biologo marino, autore, regista e divulgatore Raffaele di Placido è stato conduttore televisivo per i programmi A qualcuno piace Green, Vivo per miracolo, Missione natura, Atlantide, …E se domani e moltissimi altri. Nel 2023 è stato inviato nel programma di Aldo Cazzullo, Una giornata particolare. Tra gli altri programmi a cui ha lavorato come conduttore e autore vi sono L‘Italia del Treno, L’Italia delle Navi e Prima dell’alba. 

«Solo a partire dagli anni 2000 la parola riuso è diventata una delle tre R dell’ecologia: riuso, riduco, riciclo. Negli ultimi anni ce ne siamo dimenticati ma è un piccolo vocabolario che fa bene a noi e al pianeta».

In collegamento dal Trentino, Michela Cassina, antropologa e membro dal 2020 dell’associazione Leila di Bologna, ha raccontato la storia della Biblioteca degli oggetti, fondazione nata su iniziativa di Antonio Beraldi e ispirata alla Biblioteca degli oggetti di Berlino. Da Leila, unica Biblioteca degli oggetti gratuita al mondo, tutti prestano qualcosa e tutti possono prendere in prestito un oggetto di cui hanno bisogno.

«Non si tratta di donazioni – spiega Michela – è una condivisione, l’idea è quella di massimizzare l’utilizzo degli oggetti facendo prevalere questo concetto a quello di possesso».

L’altra storia, invece, arriva proprio dalle Marche, si tratta dei supereroi dell’eccedenza alimentare: i Foodbusters o Gli Acchiappacibo. L’associazione volontaristica, nata nel 2017 da un’idea di Diego Ciarloni e dalla moglie Simona Paolella per contrastare lo spreco alimentare, salva le eccedenze di cibo prodotte dagli eventi destinandole alle mense caritatevoli. Tutto nell’associazione dei Foodbusters è green: hanno un mezzo elettrico che ricaricano con pannello fotovoltaico e contenitori per il cibo compostabili.

«Non impattiamo quando recuperiamo cibo. Le eccedenze alimentari arrivano in mensa direttamente divise per tipologia e credo religioso».

«Più di un terzo del cibo che produciamo lo buttiamo: questo fa male alle persone e al pianeta, lo spreco alimentare produce circa 5 miliardi di tonnellate di Co2, più del traffico aereo mondiale», racconta Diego.

«Gli interventi di questa sera – ha affermato il vescovo Gerardo Rocconi dopo la benedizione dello stabile – ci fanno capire che il cuore dell’uomo è fatto per amare. La guerra, l’odio, non possono che essere contro natura».

©️riproduzione riservata

News

Questi contenuti sono realizzati dalla redazione di QdM Notizie.
Sei interessato a diffondere i nostri articoli o collaborare con noi?
Scrivici a [email protected]