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Ancona Truffa ai danni di una cooperativa, quattro denunciati

Lo scopo era quello di rilevare un supermercato di Civitanova Marche

Polizia, interno questura ancona

Ancona – La Polizia, al termine di una lunga indagine, ha denunciato in stato di libertà quattro persone, tre uomini di 46, 72 e 42 anni e una donna di 61, ritenuti responsabili del reato di truffa aggravata, continuata e in concorso nei confronti di una Società cooperativa operante nel settore alimentare.

Da quanto appreso, durante la fase investigativa condotta dalla Squadra Mobile e coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ancona, il sodalizio criminale si era affiliato a una Società cooperativa alimentare per rilevare un punto vendita di Civitanova Marche gestito da uno dei complici, ormai oberato da un debito di 70.000 euro con la Società cooperativa e quindi prossimo al fallimento.

Allo scopo era stata precostituita una Società con una nuova denominazione e fittiziamente amministrata da una donna, residente nel Lazio, che aveva chiesto l’affiliazione alla Cooperativa per rilevare il supermercato di Civitanova Marche e il debito nella sua totalità.

Una volta avviata la procedura e accettata la domanda di affiliazione, era stata emessa una prima garanzia fidejussoria falsa da uno dei complici, pari al debito di 70.000 euro, presentato dagli ideatori della truffa come garante dei pagamenti.

L’uomo, pensionato, invalido civile e recentemente deceduto, era all’epoca dei fatti sottoposto all’amministrazione di sostegno e non poteva in alcun modo accollarsi il debito, tanto che era stato abilmente circuìto dai complici, con la promessa che avrebbe avuto un ruolo dirigenziale in seno all’azienda appena costituita.

Il piano era stato portato avanti principalmente da un noto ristoratore dell’entroterra maceratese che si era presentato all’incontro con il delegato della Società cooperativa, spacciandosi per un geometra, affermando di essere il nipote del garante dei pagamenti, e in tal modo aveva ottenuto l’autorizzazione alla vendita dei prodotti.

Il passo successivo era stato l’invio di due ulteriori garanzie fidejussorie false, trasmesse alla banca a mezzo Pec da parte di un sedicente studio di consulenza, avallate dall’ignaro istituto bancario.

Ottenuta la linea di credito e l’affiliazione – in virtù delle false garanzie fidejussorie – gli indagati avrebbero ricevuto le derrate alimentari dal centro distribuzione della Società cooperativa pari a un valore di oltre 119.000 euro.

I mancati pagamenti degli alimenti hanno poi fatto scoprire che le fidejussioni emesse erano false.

(s.s.)

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