Attualità
APIRO “Madame Karité”: storia di Stefania e della sua Africa
20 Settembre 2021
Insegnante di italiano per stranieri, racconta la sua attività in favore di associazioni e villaggi
APIRO, 20 settembre 2021 – Sostenere le realtà locali attraverso un mercato equo e solidale: Stefania Scuppa, di Apiro, è “Madame Karité” (foto in primo piano).
Nel 2010 ha vissuto e lavorato in Senegal.
«Vendevo burro di karité al mercato: prodotto tipico del posto che però era stato superato dalle creme schiarenti. Per molti quel che fa l’uomo bianco è bene, io ho deciso di scommettere su un prodotto locale per disincentivare le altre creme».
Stefania ha, quindi, cominciato a lavorare nel mercato del villaggio di Toubab Diallaw: «Ero l’unica persona con la pelle bianca e mi sono guadagnata il soprannome di “Madame Karité”. Non è stato facile ma il prodotto è tornato a essere richiesto visto che questa zona vive anche di turismo. Partendo da qui e con il contributo di associazioni locali abbiamo spinto per la valorizzazione dei prodotti del posto la cui vendita sostiene la vita nei villaggi».
Non una “salvatrice occidentale” ma una donna che si è data da fare con un progetto chiaro: da allora a oggi la macchina di Stefania è carica di bellissime stoffe colorate, del prezioso olio di Touloucouna, di prodotti di artigianato locali che vende per sostenere direttamente tanti progetti.
«Ho iniziato a collaborare con diverse associazioni: “Sunugal”, rete di migranti senegalesi a Milano che ha dato vita a un progetto alternativo di sartoria ed educazione, e “Djarama” che si occupa di affrontare tematiche sociali attraverso il teatro. Grazie all’impegno della presidente Patricia Gomis, è stato possibile costruire un anfiteatro fra tre villaggi di pescatori e una scuola alternativa per i bambini del villaggio».
Lo scopo è unico: costruire modelli alternativi insieme alla comunità del posto, lavorare per l’autonomia alimentare, l’agricoltura biologica, il rispetto dell’ambiente, garantire l’accesso all’educazione anche nelle situazioni di maggiore disagio.
Tra le attività più importanti ha avviato un laboratorio di tintura naturale con un gruppo di donne del posto, dando vita a un progetto di microeconomia e di turismo solidale in linea con le caratteristiche socio economiche della zona. Ma non è tutto: per sostenere i progetti, Stefania ha avviato anni fa anche un mercatino dell’usato ad Apiro, oltre alla vendita di prodotti locali. Il ricavato delle vendite va interamente a finanziare questi progetti.
«Garantiamo il trasporto scolastico, vista la difficoltà di raggiungere la scuola che sta in piena savana, ci occupiamo di attività sportiva ma in generale interveniamo a seconda delle necessità. Lavorare con gli adulti del posto ha delle ricadute importanti anche su bambini e bambine ed è anche per questo molto gratificante e formativo. Un anno, grazie al ricavato del mercatino, abbiamo costruito un pozzo intitolandolo al Guatemala, perchè gli amici di questo gruppo che ha partecipato alla Festa del Folklore ad Apiro ha dato un contributo importante».
Eleonora Dottori
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