Apiro
APIRO “NO PLACE LIKE HOME”: IL DRAMMA DELLA SIRIA AL TEATRO MESTICA
16 Dicembre 2019
Lo spettacolo ispirato ai libri di Laura Tangherlini e messo in scena dalla Compagnia di Onisio per la regia di Fiorenza Montanari
APIRO, 16 dicembre 2019 – Teatro Mestica gremito sabato sera per la prima de “No place like home” spettacolo teatrale della compagnia Teatro di Onisio ispirato al libro “Matrimonio siriano” e “Matrimonio siriano, nuovo viaggio” di Laura Tagherlini.
La giornalista jesina, che sabato mattina ha incontrato studenti e studentsse della scuola Federico II di Jesi, in serata è stata ospite insieme al consorte, il cantautore Marco Rò al teatro di Apiro.
«Debutto in anteprima della produzione – spiega Fiorenza Montanari, regista e attrice dello spettacolo -. Si inserisce in una trilogia dedicata al tema dell’immigrazione fatta di due spettacoli di teatro ragazzi che abbiamo associato a note favole: “Mia nonna era una sirena“, la storia di mia nonna, e “Hans detto El Gretel” un racconto di quel che accade al confine tra Messimo e Stati Uniti».
In scena oltre a lei anche Andrea Quattrini e Mattia Renzi, luci e audio a cura di Davide Ferri.
Spettacolo che rimanda al mondo de “Il mago di Oz“: «Cuore della rappresentazine è la casa che abbiamo rappresentato attraverso una dicotomia tra mondo fiabesco associato allo strazio della guerra – prosegue -. In scena non ci sono veri e propri personaggi ma un uomo e una donna che rappresentano gli uomini e le donne che compaiono nei libri di Laura. il terzo personaggio è “l’altro“, la forza manipolatrice che c’è dietro ai conflitti. Abbiamo cercato di dare una voce, un’anima alle vittime della guerra che troppo spesso diventano numeri e sono spersonalizzate».
Laura Tangherlini, giornalista jesina di Rai News 24 segue da molto tempo la questione siriana: «In questi ultimi sette anni ho portato avanti il mio impegno di sensibilizzazione e inchesta del dramma siriano – spiega – cause e conseguenze del conflitto. Ne sono usciti quattro libri, gli ultimi due raccontano del mio matrimonio pensato in chiave benefica per i profughi. Raccolgo testimonianze soprattutto per far capire che l’opzione del rientro in Siria per queste persone non è così facile nè praticabile».
«Nel 2009 ci ho vissuto, mi sono legata molto a questo popolo che sta vivendo un dramma umano: mi sono dentita in dovere di raccontarlo. Sogno di tornare in Siria, intanto la vendita dei miei libri è devoluta ai profughi: in particolare alle cure mediche per due famiglie con figli portatori di handicap che al momento sono in Giordania».
Accanto alla giornalista anche il marito e cantautore Marco Rò: «Un progetto importante questo che porto avanti con Laura: sono cinque anni che giriamo l’Italia per sensibilizzare sulla questione siriana. Da parte mia cerco di metterci la musica, aggiungere un mezzo per far sì che questo messaggio possa arrivare più lontano possibile. Un lavoro faticoso ma la percezione di fare qualcosa di concreto non ha prezzo».
Eleonora Dottori
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