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CASTELPLANIO “Per avere luce, bisogna farsi crepa”: un libro sulla pandemia
20 Ottobre 2020
Di Anna Maria Vissani con la collaborazione di Cristiana Filipponi
CASTELPLANIO, 20 ottobre 2020 – “Per avere luce, bisogna farsi crepa”: il nuovo libro di Anna Maria Vissani (foto in primo piano) scritto con la collaborazione di Cristiana Filipponi, Prospettiva editrice, settembre 2020.
Il titolo nasce da Chandra Livia Candiani. E si completa così come è detto all’interno: … spaccarsi, sminuzzarsi, offrirsi, per avere e dare luce.
“Ilsilenzio è cosa viva”, è il titolo del libro di questa autrice, che «abbiamo letto insieme all’inizio del lockdown. Con altrettanta attenzione abbiamo elaborato articoli con input di autori vari, e al termine del lockdown il documento della Commissione Cei “È risorto il terzo giorno”».
«Nel nostro libro – spiegano le autrici – ci sono riflessioni filosofico-spirituali che abbiamo scritto in tempo di oscurità e paura, ascoltando il silenzio, il mondo, le persone, gli eventi molto bui. Lo scopo della pubblicazione è di non disperdere quanto abbiamo percepito e vissuto in questo strano tempo».
«In fondo – sottolineano- abbiamo fatto due grandi esercizi: uno è stato l’immersione nel Mistero Pasquale che da sempre vuole caratterizzare la nostra proposta di spiritualità (il dolore del Venerdì, l’attesa del Sabato, la gioiosa speranza e la Luce della Pasqua). L’altro esercizio è stato tenere gli occhi aperti come il gufo nel buio della notte e intravedere le luci della speranza».
«Certamente la motivazione più profonda è detta nel sottotitolo: in tempo di pandemia, siamo tutti fragili, tutti uguali, tutti preziosi. La via della proposta cristiana non si ferma a “tutti fragili e tutti uguali”. La fragilità è stata la scoperta sorprendente del nostro vero umano. L’essere uguali ci ha visti fratelli e sorelle nel vivere la paura e il “tutti a casa”, ma non il vivere la stessa sorte».
«Basti pensare ai morti, agli anziani, alla difficoltà di tenere aperto almeno un poco la relazione con le persone care».
«L’essere preziosi è la luce che è emersa dalle crepe delle paure. Da sempre l’annuncio cristiano ha messo in risalto la preziosità della persona, perché espressione dell’amore di un Dio che non abbandona nessuno, si fa dono gratuito a tutti, un amore reale e fedele manifestato in Cristo e donato nel suo Spirito».
Accanto alle riflessioni di Anna Maria Vissani e di Cristiana Filipponi, troviamo persone che hanno voluto offrire la loro risonanza del faticoso periodo di prova. Da Riccardo Ferrati che scrive una lettera al male invisibile (Covid-19) come introduzione al libro, alle altre testimonianze: compresi alcuni giovani e due bambini di 9 e 10 anni.
Le autrici hanno voluto dare la parola a quanti hanno accettato di esprimere la loro ricerca, la loro fede, la loro speranza, la riscoperta delle relazioni familiari, anche l’angoscia, insieme a nuovi problemi di convivenza e di lavoro.
«Chi legge potrà risuonare e mettersi a guardare insieme il futuro. È questo che ci fa evitare quel virus più pericoloso denunciato da Papa Francesco che è l’egoismo indifferente o il dimenticare tutto, come se niente fosse accaduto».
«Non è finita questa pandemia. Siamo tutti dentro, coperti dalle mascherine e chiamati ad essere responsabili. Vogliamo continuare a raccogliere in noi e tra noi le luci della speranza, gli interrogativi e le paure della nostra umanità».
• Le autrici: Anna Maria Vissani e Cristiana Filipponi hanno collaborato in varie pubblicazioni con la casa editrice Velar e ora con Prospettive. Insieme hanno approfondito temi di spiritualità pasquale e di meditazione cristiana, aiutando le persone ad incarnare la vita spirituale nella storia. Con questo libro vogliono dare un volto interiore alla nuova e singolare esperienza della pandemia di Covdi-19. Per non dimenticare il vissuto e trarne insegnamento per un futuro di novità, offrono le riflessioni che durante i mesi di lockdown hanno pubblicato nel quotidiano online QdMnotizie. Aggiungono alcune risonanze di giovani e adulti, che hanno accettato di raccontare la loro eco interiore dei mesi “tutti a casa”.
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