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Jesi

CATERPILLAR La speranza è viva, ma non basta…

Viste le posizioni di chiusura della multinazionale c’è da combattere e non poco, ma mai disperare

JESI, 30 gennaio 2022 – Che i dipendenti della Caterpillar con il loro presidio, con le diverse iniziative a livello locale e regionale, con la rappresentanza sindacale regionale e nazionale, abbiano fatto e stiano facendo quanto possibile, è una realtà.

E che abbiano ricevuto la più ampia collaborazione e solidarietà da parte della città e della regione, delle rappresentanze sociali in genere  e della pastorale delle diocesidi Jesi, Ancona e Senigallia è pure una presenza che dimostra quanto il tema sia rilevante perché legato all’avvenire finanziario di centinaia di famiglie e alla difesa di un’industria con una storia e una qualità imprenditoriale che fanno onore.

E tuttavia appare chiaro che tutto questo non sia sufficiente. Soprattutto dopo il primo incontro al tavolo del Mise (Ministero dello sviluppo economico) con le rappresentanze governative, sindacali e imprenditoriali.

Le quali ultime non hanno offerto altro che la garanzia della cassa integrazione per 12 mesi, salvo poi procedere al licenziamento degli operai, quali e quanti ce ne possano essere ancora dopo possibili vendite o accordi con altre imprese rispetto all’avvenire della Caterpillar.

Viene respinta la richiesta di congelare le procedure di mobilità già previste con scadenza 24 febbraio.

Il rifiuto dei sindacati è dovuto al fatto che, con l’impegno delle forze collaborative e maggior tempo a disposizione, si possa ottenere il recupero totale dell’attività della fabbrica.

La presenza di una commissione qualificata e numerosa presso la nostra industria, in  rappresentanza di un’azienda lombarda, interessata a conoscere da vicino storia e struttura della Caterpillar, offre, certo, una qualche speranza di una possibile intesa con la proprietà per una eventuale vendita e successione.

Ma i tempi stringono e la richiesta insistente dei sindacati di un rinvio di qualche tempo della chiusura dello stabilimento, viene bocciata con totale determinazione. E’ gravissimo perché non si vuol lasciare la possibilità di respiro per indagare a fondo sulle possibili nuove valorizzazioni della nostra azienda.

La proprietà vanta addirittura che sono in corso altre richieste di successione. Ma il sindacato interpreta questa dichiarazione come escamotage per guadagnare tempo e offrire speranze che poi non si concretizzeranno.

Sembra incredibile che una multinazionale di tanto rilievo economico-finaziario e strutturale non possa dare tempo al tempo, almeno nei limiti richiesti allo scopo di dar modo alle maestranze e a quanti possono dare una mano loro, per un necessario approfondimento delle possibili vie da intraprendere per una conclusione da tutti accettabile.

C’è da combattere non poco, ma mai disperare.

Vittorio Massaccesi

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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