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Cerreto d'Esi

Cerreto d’Esi Femminicidio di Concetta Marruocco, Artemisia si costituisce parte civile

L’Associazione Artemisia: «Noi chiediamo quindi che venga fatta piena giustizia sia per Concetta»

Cerreto d’Esi – Si svolgerà questa mattina la nuova udienza presso il tribunale di Ancona del processo legato al femminicidio di Concetta Marruocco uccisa dal marito Franco Panariello.

Il marito (i due si stavano separando), 55enne, operaio metalmeccanico, abitava a Cancelli, si è introdotto nell’abitazione di lei nei pressi del PalaChemiba durante la notte, verso le 3, in violazione dell’ordine di allontanamento con applicazione del braccialetto elettronico. Entrando con chiavi che sarebbero state in suo possesso e sorprendendola nel sonno.

L’uomo l’ha colpita a morte accoltellandola molte volte, una quarantina, non lasciandole, quindi, via di scampo.

Presente anche la figlia della coppia, minorenne, che ha poi allertato i Carabinieri e i soccorsi.

«Un femminicidio efferato e crudele – dichiara l’associazione Artemisia – per il quale il giorno 29 aprile 2024 si è tenuta avanti alla GUP del Tribunale di Ancona De Palma l’udienza a carico dello stesso. Nel corso dell’udienza vi è stata la costituzione di parte civile dei figli della donna Antonio e Noemi, della sorella Raffaela, dell’Associazione Artemisia e di altre due associazioni di donne “Insieme a Marianna” e “I care We care APS”».

«La difesa dell’imputato – prosegue ancora Artemisia – ha chiesto di essere ammessa al giudizio abbreviato, con diritto ad uno sconto di pena, ed ha posto una questione di legittimità costituzionale finalizzata a neutralizzare l’aggravante contestata del rapporto di coniugio. In realtà l’abbreviato non è ammissibile trattandosi di omicidio aggravato.  L’udienza è stata rinviata ad oggi, 14 maggio 2024, per consentire la notifica del decreto di fissazione dell’udienza all’altro figlio della donna che non era stato chiamato. In quella sede si discuterà sull’ammissibilità o meno dell’abbreviato e della questione di legittimità costituzionale. Al Panariello non è stata contestata la premeditazione nonostante l’omicida si sia introdotto a casa della donna in piena notte portando da casa un coltello da cucina che lui assume sarebbe servito a “convincere” la donna al chiarimento che voleva da lei, violando la misura cautelare del divieto di avvicinamento, senza accendere la luce del corridoio dell’abitazione raggiungeva la camera da letto e la colpiva mentre dormiva con 43 colpi, tre dei quali mortali».

«Per tale ragione la costituzione dell’ Associazione Artemisia come parte civile in questo processo ha una fortissima valenza – concludono – in quanto riconosce che il femminicidio e la violenza domestica non rappresentano solo una lesione dei diritti della donna, un fatto privato, né tantomeno sono un “fatto di donne” nel momento in cui non riconosce alla donna la dignità di persona ed in quanto tale viene fatta oggetto di discriminazioni e violenze, è collettivamente responsabile per l’eliminazione di quella cultura e di quegli stereotipi che ancora oggi minano l’autodeterminazione, la libertà, la vita delle donne ed il sereno sviluppo dei minori che in ambito familiare assistono alle violenze e ne subiscono le conseguenze in termini psicologici. Noi chiediamo quindi che venga fatta piena giustizia sia per Concetta sia per tutte le donne vittime di femminicidio».

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