Chiaravalle
CHIARAVALLE ALL’HOSPICE L’INNO ALLA VITA DI DANIELE ANCHE QUANDO IL “MALE BASTARDO” STA VINCENDO
7 Dicembre 2016
CHIARAVALLE, 7 dicembre 2016 – Ci sono luoghi dove non si vorrebbe mai entrare. Ci sono luoghi che sembrano lontani, quasi irreali e invece sono lì, ad un passo da noi, appena dall’altra parte della strada.
All’Hospice di Chiaravalle temi di trovare la morte e invece incontri la vita.
E incontri persone stupende, semplici eppure ricche di un’umanità rara, distrutte dal dolore ma che in ogni minuto del giorno trovano il loro raggio di sole, la loro instancabile voglia di vita, la speranza che spesso non appartiene a chi dovrebbe averne di più. All’Hospice di Chiaravalle, in un’ala dell’ospedale “Montessori”, dove sono ricoverati i malati terminali, trovi persone eccezionali come Daniele, Francesca, Laura, Elisa, Luca. Da un mese Daniele è ricoverato nello stesso reparto, nella stessa camera dove morì, qualche anno fa, il padre Gabriele.
Daniele sa di non farcela più: dopo operazioni su operazioni, dopo 4 anni di chemio e
cure intensive, anche un combattente come lui, attaccato alla vita ed alla famiglia, sa che le forze lo stanno abbandonando e quel bastardo di male sta vincendo una lotta impari. Eppure Daniele non molla mai, non si arrende, tutti i giorni innalza al cielo il suo inno alla vita: è un muratore Daniele e con le mani ci sapeva fare e allora, pur allo stremo delle forze, pur quasi annichilito da un cancro vigliacco, ha pensato bene di darsi da fare, di fare qualcosa per gli altri e anche un po’ per se stesso.
Nella stanza numero 5 la vita pulsa e Daniele in un mese ha costruito con le sue preziose mani oggetti di ogni tipo, usando materiali di scarto, tappi di sughero, stoffe, fili che ha trasformato magicamente in penne, alberelli di Natale in legno, centritavola, portacandele, portapenne. E poi domenica scorsa, nel soggiorno del reparto c’è stata un po’ di festa e il mercatino natalizio con tutti gli oggetti creati da Daniele e con i familiari dei pazienti che hanno portato dolci, bevande e leccornie.
Sono stati raccolti ben 400 euro che sono stati devoluti in beneficenza all’associazione San Martino che aiuta le famiglie bisognose e che hanno bambini. Daniele ha voluto così: lui così attento al sociale, così vicino al mondo del volontariato che ha frequentato assiduamente alla Croce Gialla di Chiaravalle; lui che ha tre figli splendidi, Laura di 25 anni, Elisa di 22 e Luca di 15 e Francesca, la moglie che non lo lascia un attimo.
Una famiglia unica e straordinaria, persone che hanno voluto far conoscere questa storia, “perchè – dice Laura, la figlia maggiore – la gente deve sapere che c’è vita anche dove sembra esserci solo morte”.
E allora, anche grazie alla sensibilità della caposala del reparto, Cristiana Sbaffi, per un’altra domenica si è respirata la vita, mettendo al centro di tutto i bisogni e le necessità dei malati. L’Hospice è attivo da 10 anni e accoglie chi non ha più speranze di farcela, non tanto anziani non autosufficienti quanto uomini e donne di mezza età o anche piuttosto giovani. In molti non hanno la forza di Daniele, un’energia che la sua famiglia stupenda gli regala ogni giorno. In molti sono soli davvero e si abbandonano e si sentono inutili. Eppure l’Hospice c’è, esiste. Fortunatamente esiste: è vicino a noi, è solo dall’altra parte della strada e di fronte all’ospedale ci sono anche le luminarie del Natale.