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Chiaravalle Anziano malato, inascoltati gli appelli delle figlie ai servizi sociali

Con il progredire dell’Alzheimer il 90enne è diventato violento e aggressivo, «le assistenti sociali ci hanno detto che è nostro padre e dobbiamo solo noi occuparci di lui»

Chiaravalle – Una storia paradigmatica che i diretti interessati vogliono divulgare per evitare tragedie che in passato sono più volte avvenute.

Primo ha 90 anni, da almeno un paio è malato di Alzheimer e ora è diventato, suo malgrado, aggressivo e violento. Vive dal 2009 con la sua pensione di 800 euro mensili a Chiaravalle, da solo in una casa popolare, ha due figlie, una abita a Lucrezia in provincia di Pesaro e l’altra a Torrette, dove lavora in ospedale.

Entrambe si sono prese cura con amorevole disponibilità del padre ma ora che è diventato violento e spesso aggressivo non riescono più, anche per via della distanza e dei loro lavori, ad occuparsi di lui costantemente. Primo quasi ogni giorno va alla stazione dei Carabinieri di Chiaravalle e si inventa un furto in casa che non è mai avvenuto: è la sua malattia che progredisce inesorabilmente.

Le figlie sono preoccupate, ringraziano i Carabinieri chiaravallesi e il comandante Domenico Maurelli che hanno sempre comprensione del padre e non perdono mai la pazienza e si rivolgono all’ufficio dell’assistenza sociale del Comune di Chiaravalle. Telefonano e si presentano una, due, tre, quattro volte: inviano segnalazioni e richieste di aiuto. Pensano che qualcuno si debba occupare della salute del papà, che chi di dovere debba cominciare a monitorare il suo essere violento, prima che accada qualcosa di grave, forse di irreparabile come successo anche recentemente in altri luoghi.

«Le assistenti sociali però – dicono amareggiate le figlie di Primo – ci hanno risposto che è nostro padre e dobbiamo solo noi occuparci di lui: non si sono mai recate a casa sua per vedere in che condizioni fosse e non hanno mai fatto nulla. Eppure ci sono le molte segnalazioni dei Carabinieri ma niente è accaduto. Nostro padre ha avuto un’altra crisi, in queste ultime ore, i Carabinieri hanno chiamato il 118 ed è stato portato al pronto soccorso dell’Inrca ad Ancona. Ci chiediamo cosa accadrà quando lo dimetteranno: è possibile che i servizi sociali del Comune non si facciano carico di nulla?».

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