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Cronaca

Chiaravalle Clio la “cappannara”, il ricordo e il dolore della città

La morte della consorte dell’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ieri a Roma, donna generosa e disponibile aveva sempre mantenuto un forte legame con Chiaravalle

ChiaravalleClio la chiaravallese, anzi la cappannara.

Clio Bittoni se n’è andata ieri, 10 settembre, a Roma, a un anno di distanza dal marito Giorgio Napolitano e a Chiaravalle in tanti ricordano il forte legame che la moglie dell’ex Presidente della Repubblica manteneva con la città.

Era nata nel 1934, avrebbe compiuto 90 anni a novembre, in una casa di via Castelfidardo, vicino a quella dei Ciaci, a quella di Lullo e all’epico forno de Polentì. E’ lì, dove ancora batte forte il cuore della chiaravallesità, nelle mitiche Capanne de dietro, che Clio Bittoni vide la luce, da una mamma socialista, organizzatrice di colonie, doposcuola e impegnata nel sociale e da un padre, Amleto, comunista convinto, che fu uno dei primi Sindaci di Chiaravalle nel difficile dopoguerra e svolse la sua attività di farmacista anche a Monterado.

«Le nostre madri erano cugine e Clio era legatissima alla nostra famiglia – ricorda Marisa Fioretti -. Dopo essersi diplomata nel ’54 al Liceo Classico di Jesi ha conseguito due lauree, una in giurisprudenza e una al Dams di Bologna. Ogni volta che lei e Giorgio Napolitano venivano da queste parti erano nostri ospiti, dormivano da noi, alla Fattoria Petrini di Monte San Vito».

Marisa Fioretti ricorda quanto Clio Bittoni le fosse stata vicina nei momenti del dolore e delle difficoltà. E poi la passione per la cultura e l’arte.

«Da tempo non stava bene – dice – e la sua scomparsa ci riempie di dolore. Quando il padre era al confino a Ponza, mio nonno ha ospitato lei e la famiglia. Era una donna di grande cultura, forte, spiritosa e sobria, si interessava di tutto: per me era un esempio. Era molto brava anche a disegnare e mi ha insegnato parecchio. Quando andavo a Roma capitava mi portasse a vedere delle mostre, mi ha spiegato tutta l’arte di Caravaggio. Ha aiutato tante persone anche di Chiaravalle: era generosa e disponibile».

Anna Amadei, già sindaca di Chiaravalle, ricorda la sua amica e racconta qualche aneddoto.

«Da bambina la zia Diva le preparava sempre lo zabaione che adorava. Quando conobbe Napolitano a Napoli, durante l’università, non fu colpita, non le piaceva ma poi, 10 anni dopo, lo rivide a Roma e scoppiò l’amore. Amavano andare in ferie a Stromboli. Era sobria, non ha mai voluto abitare al Quirinale. Quando vennero per l’inaugurazione della Croce Gialla e Napolitano proseguì per Pesaro per un impegno istituzionale, lei volle andare a mangiare le tagliatelle alla Chiusa da Carola: il ristorante non era aperto ma le tagliatelle le andammo a mangiare lo stesso».

Giuliano Moscatelli, che fu segretario locale del Pci, era particolarmente legato a Napolitano e alla moglie.

«Andai al funerale del Presidente – ricorda – e mi fermai da Clio che era debilitata e sofferente, portandole i saluti affettuosi dei chiaravallesi. Lei mi strinse la mano e si emozionò».

Cristina Amicucci, sindaca di Chiaravalle, ne ricorda la coerenza di idee e di vita, lo stile diretto e l’impegno costante nella difesa delle donne e del loro ruolo nella società.

Quando Napolitano divenne Presidente della Repubblica, Anna Amadei, ex sindaca della città, pensò anche alla sua amica Clio.

«Oggi è un bel giorno e non solo perché splende il sole».

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