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Cronaca

Chiaravalle Lavorano, sono regolari ma di colore: e nessuno gli affitta casa

Mario Romagnoli titolare dell’omonima azienda dove i due giovani africani svolgono le loro mansioni: «Meritano di essere sostenuti, una cosa vergognosa e dire che tutti si riempiono la bocca con concetti come integrazione e lotta al razzismo»

Chiaravalle – «Cerchiamo casa in affitto ma ci chiudono tutte le porte perché siamo di colore».

Yeli e Sekou sono entrambi giovani africani e lavorano regolarmente e con tanto impegno alla Romagnoli Inox, l’azienda chiaravallese specializzata nella lavorazione di acciaio inox.

Yeli ha 24 anni ed è originario del Mali mentre il 29enne Sekou è originario della Guinea. Ne hanno viste e vissute di tutti i colori i due giovani; mille peripezie, ostacoli di ogni genere, difficoltà che sarebbero state insuperabili per tanti altri.

Sono partiti in momenti diversi dall’Africa, imbarcandosi carichi di speranza sui famigerati barconi che spesso conducono alla morte e alla fine di tutto. Sono partiti dalle coste libiche e a loro è andata bene: a Lampedusa sono arrivati comunque e sono stati soccorsi dalla Croce Rossa e dallo Stato italiano, che li hanno accuditi e sostenuti.

Di sacrifici ne hanno fatti a iosa e proprio nel momento in cui per i due giovani la vita sembrava accennare a un timido sorriso, dietro l’angolo si nasconde un’altra amara sorpresa.

«Fra tre mesi saremo fuori di casa – dicono affranti Yeli e Sekou – e stiamo cercando una sistemazione, abbiamo trovato alcune soluzioni anche grazie a Mario e Stefania Romagnoli, i titoli dell’azienda che ci dà lavoro e che sono stati sempre molto disponibili e gentili con noi, ma nessuno ci affitta le case perché siamo di colore. Ce lo dicono in faccia: sarete anche bravi ma non affittiamo a gente africana».

Yeli racconta con dispiacere e tanta amarezza la sua odissea.

«Ho vissuto molte difficoltà, pensavo anche di non farcela. Ho trascorso 12 giorni in Sicilia, dopo essere arrivato a Lampedusa, poi mi hanno trasferito a Pesaro e quindi a Jesi dove la Cooss Marche mi ha aiutato nell’inserimento sociale e nel mondo del lavoro. Ora, però, dobbiamo trovare assolutamente una casa ma nessuno ci viene in aiuto, tranne Mario Romagnoli e la sua famiglia che per noi stanno facendo tanto».

Mario Romagnoli, con la moglie Stefania e i figli Yuri e Gioele, dal 2000 ha costruito una realtà imprenditoriale notevole: in azienda eseguono lavorazioni speciali molto apprezzate e ricercate per yacht, catamarani, edifici. E si sono presi a cuore la situazione di Yeli e Sekou.

«Sono giovani in gamba che hanno sofferto tanto – spiega Mario Romagnoli – e che vogliamo aiutare: sono bravi lavoratori, lucidano i metalli con tanto impegno e si sobbarcano sacrifici notevoli per lavorare qui. Attualmente risiedono a Fabriano: all’alba, in sella alla bici, raggiungono la stazione fabrianese, prendono il treno per Chiaravalle, inforcano nuovamente la bicicletta e vengono a lavorare con puntualità».

«Meritano di essere sostenuti e aiutati eppure nella nostra società, a Chiaravalle e nel territorio, i tanti a cui ci siamo rivolti per un’abitazione in affitto, garantendo noi per Yeli e Sekou, non ne vogliono sapere perché sono di colore. Una cosa vergognosa e dire che tutti si riempiono la bocca con concetti come integrazione e lotta al razzismo».

Yeli e Sekou sono al lavoro sulle macchine metallurgiche, sembrano sorridere ma il loro è il sorriso amaro di chi sa che l’odissea non è finita.

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