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Cronaca

Chiaravalle Tante domande sulla morte di madre e figlio

Ancora molti dubbi dopo il rinvenimento, mercoledì, dei corpi senza vita nell’appartamento di via Gramsci 20, «città sconvolta, una dolorosa tragedia per tutta la comunità», dice la sindaca Cristina Amicucci

Chiaravalle – Mille domande, tanti dubbi, alcune ipotesi.

Chiaravalle si sveglia attonita e prostrata, dopo una notte dove si accavallano sospetti e punti interrogativi. Tutti a parlare della duplice morte di Maurizio Bucciarelli, 55 anni e della madre Loredana Molinari, 78, i cui corpi sono stati trovati nel salone dell’appartamento del primo piano, chiuso dall’interno, al civico 20 di via Gramsci – appartamento sotto sequestro -, a poca distanza uno dall’altra, in posizione prona e in stato di decomposizione.

La sindaca Cristina Amicucci si fa interprete del senso di amarezza e scoramento che serpeggia in tutta la comunità.

«La città è sconvolta – dice – è una dolorosa tragedia per tutta la nostra comunità. Questo è il momento del silenzio per rispetto dei familiari. Le indagini in corso faranno luce su aspetti che al momento sono sottoposti a segreto investigativo. I concittadini che abbiamo perso mercoledì scorso non erano noti per avere avuto problemi o seguiti dai nostri servizi sociali. Speriamo di avere un quadro più chiaro dopo le autopsie, è difficile in questa fase ipotizzare le dinamiche e le motivazioni che hanno causato le due morti».

Chiaravalle / Madre e figlio rinvenuti senza vita nel loro appartamento

Eppure l’ipotesi di omicidio-suicidio si fa prepotentemente strada e gli inquirenti la ritengono plausibile e reale. Tanti, troppi dubbi, ruotano intorno alla coppia, madre e figlio, che abitavano da diversi lustri nell’appartamento di via Gramsci ed erano stati segnati entrambi, una decina di anni fa, dalla morte di Ivaldo, il capofamiglia che di mestiere faceva l’autotrasportatore.

Non è un mistero che Loredana avesse sofferto di esaurimenti nervosi e stati depressivi e anche il figlio Maurizio, diversi anni fa, aveva fatto temporaneamente perdere le proprie tracce suscitando pure l’interesse della trasmissione “Chi l’ha visto?”.

Impossibile con i pochi elementi a disposizione spiegare l’esatta dinamica delle morti: sarà l’esame autoptico a chiarire i dubbi ma alcune testimonianze delle poche persone che scorgevano molto raramente la coppia possono essere utili a capire la situazione.

«L’uomo veniva ogni tanto in lavanderia per portare un giubbino blu, pantaloni e un maglioncino – dice Gessica dell’omonima lavanderia in via Gramsci, a poca distanza dall’abitazione dei due –. Era metodico e puntiglioso, molto pignolo. Portava a lavare sempre le stesse cose, almeno una volta ogni due o tre settimane: il giubbino e i pantaloni, sempre quelli. Mi dava del lei anche se veniva in lavanderia da molto tempo. Era spesso accigliato e chiuso in se stesso, un po’ scostante. Non lo vedevo mai camminare sotto casa o uscire: prendeva la macchina la mattina, usciva dal garage e rientrava in garage al ritorno. Mai una volta che si facesse vedere in giro, a parte qualche acquisto al discount. Prima veniva in lavanderia ogni tanto anche la mamma ma da molto tempo non ci portava più gli abiti del figlio».

Anche sulla situazione finanziaria della famiglia e sull’occupazione del 55enne ci sono dubbi.

«Non lavorava più in banca – dice un vicino di casa – e ora penso fosse disoccupato. Sembra anche che facesse fatica a saldare le rate del condominio».

Una cugina di Loredana Molinari conferma che tra i parenti non corresse buon sangue ed i rapporti tra loro si sarebbero via via deteriorati fino a diventare ormai inesistenti.

«Erano persone difficili – dice – molto schive. Vivevano praticamente in simbiosi, dentro casa, in un mondo a parte. Loredana non usciva proprio più e non intratteneva rapporti con nessuno, neppure con la sorella».

Gessica, la titolare della lavanderia di via Gramsci, racconta un particolare che l’ha colpita e non le è sfuggito.

«La mattina quando aprivo il negozio vedevo spesso quella signora innaffiare le tante piante che aveva sul balcone che dà sulla via. Era l’unica occasione nella quale riuscivo a scorgere quella donna ma in questi giorni ho notato che non c’erano più piante sul terrazzo e questo mi è sembrato strano».

Cosa sia successo nell’appartamento di via Gramsci è ancora un mistero che ha lasciato sgomenta Chiaravalle, una cittadina un tempo invidiata per la qualità della vita che regalava ai suoi abitanti e che ora si interroga su un altro episodio di violenza e di morte.

Oggi, intanto, all’obitorio dell’ospedale di Torrette saranno svolti gli esami sui corpi, radiografie e Tac. L’ipotesi, nelle indagini espletate dai Carabinieri della Compagnia di Jesi e coordinate dal pm Ruggiero Dicuonzo, permane quella dell’omicidio – suicidio.

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