Attualità
Cingoli Patrizia Marchegiani e Andrea Bicchiega al congresso in Vaticano
9 Luglio 2022
L’assise teologico pastorale tenutasi nell’aula Paolo VI in occasione del decimo “Incontro mondiale delle Famiglie“
Cingoli, 9 luglio 2022 – Patrizia Marchegiani e Andrea Bicchiega sono stati invitati come relatori al congresso teologico pastorale tenutosi in Vaticano, in aula Paolo VI, in occasione del X Incontro mondiale delle Famiglie.
«Mi è capitato talora di intervenire a convegni universitari – ha raccontata Patrizia – ma niente che abbia minimamente a che fare con un evento così grosso, enorme, mondiale, come il Wmof2022, in cui si va in diretta e ti commentano da tutto il mondo, con un mare sterminato di gente davanti, nella sala più maestosa e importante che io conosca, quella delle Udienze del Papa, l’aula Paolo VI, con diverse grosse telecamere davanti, con giornalisti da tutto il mondo che ti inseguono per intervistarti».
«Ci sono milioni di occhi che ti guardano, sono occhi benevolenti, occhi di fratelli e sorelle. E si sentiva. Si sentiva tantissimo».
«Ti fidi, ti senti accolta, ti sorridi col volto e ancor più col cuore, ti piaci, tanto e al al volo, ti abbracci, ti baci, condividi quel che sei e quel che hai, ti senti amica, sorella, sorellissima di fratelli e sorelle mai visti prima, che non sai manco come si chiamano, che non hai idea di chi siano o che lavoro facciano, che parlano lingue incomprensibili, che provengono da ogni latitudine e longitudine del globo terrestre. Ma che riconosci profondamente come consanguinei, stesso Sangue di Cristo, figli dello stesso Padre. È la Chiesa cattolica».
La storia
«In aprile scorso, ci siamo stupiti nel vederci recapitare una lettera formale dal Vaticano, indirizzata a noi due, me e mio marito, firmata dal cardinale Kevin Farrel, prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita che ci invitava al congresso».
«Hanno partecipato anche i delegati delle Conferenze episcopali di tutto il mondo, nonché i rappresentanti delle organizzazioni ecclesiali internazionali impegnate nella pastorale familiare. Il Papa ha presieduto il Festival delle Famiglie, in apertura della settimana di lavoro, e la Santa Messa finale in Piazza San Petro».
«Famiglia, via di santità è stato il tema del nostro intervento, previsto per il 25 giugno, e sarebbe stato dedicato a una testimonianza sulla vita dei Beati coniugi Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi, prima coppia di coniugi beatificati dalla Chiesa non in quanto singoli, ma in quanto sposi: una santità di coppia, “un’aureola per due” come qualcuno ha detto».
«Cosa c’entriamo noi con questa famiglia? Siamo grandi amici delle loro ultima figlia Enrichetta, nostra testimone di nozze. Da sempre ci siamo ispirati a questa famiglia, anche nella scelta di adottare il nostro bimbo stupendo – ormai alle soglie dell’adolescenza –, che ogni giorno ci fa straripare il cuore di amore».
La conferenza
L’intervento è stato condiviso con il professor Francesco Beltrame Quattrocchi di UniGe, figlio adottivo di Enrichetta, ora anche lei con un processo di canonizzazione in corso.
«Anzitutto abbiamo raccontato della nostra scoperta della santità del quotidiano nella vita di famiglia: i Beati Beltrame Quattrocchi furono una coppia di sposi normalissimi, tanto che qualcuno ci domanda il motivo della loro canonizzazione, non riuscendo, comprensibilmente, a intenderlo».
«Che hanno fatto, infatti? Hanno ragione: non hanno fatto niente. Niente di straordinario, nulla di eclatante, nessuna impresa eroica, nessuna fondazione religiosa o missione in chissà quale parte del mondo. Condussero una vita matrimoniale e familiare normalissima. Niente di straordinario, ma resero straordinario l’ordinario. Vivendo felici e realizzati».
«Come? Orientando tutto il loro quotidiano a Dio, “avendo sempre un Gran Capo” nella loro famiglia. Per richiamarsi a questo anche iconicamente, avevano appeso una imponente immagine di Cristo al centro della parete della sala da pranzo, cosa che abbiamo fatto anche noi, nel nostro piccolo».
«Due i motti con cui si può sintetizzare la loro spiritualità: la “fedeltà nel minimo” e “guardare tutto dal tetto in su”. A questo secondo motto, in particolare, ci ispiriamo per educare nostro figlio: scuola, pedagogisti, mondo, invitano giustamente a occuparci delle mille esigenze dei nostri figli: dalla piscina al pianoforte, dalla logopedia alla pallamano».
«È alla Vita Eterna che vogliamo condurli, crescendoli! Per la Beata Maria era cosa talmente primaria da chiedere a Dio, di prendersi Lui i figli prima, se si fossero dovuti perdere. Meglio perderli qui, che perderli per sempre, per l’eternità».