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Coldiretti Dopo l’enoturismo necessaria una legge anche per l’oleoturismo
12 Gennaio 2023
Chiesto inoltre alla Regione di prevedere formazione per il personale e un apposito albo regionale degli operatori che svolgono attività oleoturistiche
Ancona, 12 gennaio 2023 – E dopo l’enoturismo Coldiretti chiede alla Regione Marche di aprire al mondo dell’olio.
Non ci sono solo wine lovers tra i viaggiatori ma anche chi ama visitare frantoi, passeggiare tra gli oliveti, partecipare a incontri di degustazione o a serate per testare gli abbinamenti con un determinato cibo.
Tutte attività contemplate nella proposta di legge elaborata da Coldiretti Marche per regolamentare l’oleoturismo.
Dopo aver spinto e ottenuto una nuova legge per dare alle aziende vitivinicole la possibilità di inserirsi da protagoniste nei segmenti turistici, si cerca di ricreare la stessa occasione per il settore oleario.
Nelle Marche si contano circa 9.600 ettari (oltre il 35% bio) di oliveti e sono presenti 160 frantoi. La media produttiva degli ultimi anni è di circa 3mila tonnellate con una qualità ottimale e due denominazioni certificate: il Cartoceto Dop e il Marche Igp.
Un settore che vale circa 15,6 milioni di euro di produzione con un export da 1,5 milioni di euro (soprattutto negli Stati Uniti, in Germania e in Giappone).
«Abbiamo presentato alla Regione Marche – spiega Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – la nostra proposta per l’oleoturismo marchigiano prevedendo quelle attività esperienziali (ad esempio, le visite negli uliveti, nei frantoi, degustazioni) che sono espressioni della multifunzionalità agricola, occasione per diversificare i percorsi imprenditoriali e fonte di nuovi servizi per i cittadini e i turisti. Chiaramente questa opportunità è rivolta esclusivamente ai professionisti del settore e quindi agli agricoltori che da conoscitori del mondo olivicolo sapranno raccontarne il prodotto, il processo di cura e coltivazione, la storia».
La legge prevede anche l’utilizzo, nelle degustazioni e negli abbinamenti, di prodotti aziendali o comunque legati alle produzioni locali e tipiche della regione. Coldiretti Marche chiede inoltre alla Regione di prevedere formazione per il personale e un apposito albo regionale degli operatori che svolgono attività oleoturistiche.
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