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Cronaca

COTTO E MANGIATO LA RUBRICA DI GIOIA MORICI

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FUGA DA UGGIA-TRAZ

Lunedì 5 ottobre, ore 8.05. Apro la finestra e sono investita da una coltre grigia. Non so cos’è, non so come si chiama. Alle 8.05 del lunedì mattina non so nemmeno come mi chiamo io. Ma ‘sta roba piatta e fangosa mi si appiccica allo sguardo come un lenzuolo sporco. Credo sia nebbia. Oppure è l’autunno che avanza a falcate. O è semplicemente la faccia da cazzo del lunedì. Oppure è tutte e tre le cose messe insieme. Una cosa so: svegliarsi il lunedì e trovare st’uggia di merda è insostenibile. Fa meno male una mattonata nei coglioni. Uggia = ombra, mancanza di luce e di sole nociva alla vegetazione; sentimento di noia mista a inquietudine; sensazione indeterminata che è fonte di fastidio; senso di irrequietezza che si accompagna al malumore. Appunto, l’uggia non se regge. Che poi di solito un inizio così è tutto un dire. E infatti arrivo in ufficio e c’è già la fila di gente che aspetta fuori dalla porta a scatafalcare le palle. Perché quando il lunedì mattina hai ancora le bicicchie negli occhi e i capelli spettinati dal week-end e scorgi nella via il codazzo che ti aspetta, le palle ti si scatafalcano, eeh. Che io dico: ma non avete un cazzo di meglio da fare di prima mattina che incollarvi alla porta del mio ufficio? Tra tutti i posti che potete frequentare al mondo, proprio da me dovete venire? Ma non ve lo bevete un caffè al bar? Non accompagnate i figli a scuola? Non avete un amante a cui telefonare di nascosto?? Scusate, me sta a uscì la carogna, ma il fatto è che di lunedì io proprio non je la posso fa’. Non è cattiveria. Io mi sforzo, ma proprio non ci riesco. C’ho tutte le molecole del corpo che mi si ribellano. Si aggrappano con le unghie e coi denti all’uscio che sta tra la domenica e l’inizio della settimana nuova e non ne vogliono sapere di oltrepassarlo. “Noooo…il lunedì nooo…”. Urlano e si dimenano. È un vero strazio eeeh….mica pizza e fichi. Ecco, adesso piove pure. Ci mancava anche la pioggia a completare ‘sto schifo. Lunedì con pioggia e nebbia…il massimo del minimo. C’è solo una cosa che potrebbe peggiorare il quadro e renderlo davvero infernale: l’arrivo dell’ora solare. Ecco, quando scatterà l’ora solare e alle 5 del pomeriggio sarà già buio pesto come al Polo Nord d’inverno, io vi avviso, farò qualcosa di folle, qualcosa di insensato, di estremo, qualcosa che romperà questa routine agghiacciante che conduce inesorabile nel cuore delle tenebre. Segnarmi a un corso di bangee-jumping e sballottarmi su e giù come uno yo-yo per i monti sibiliini? No. Rapinare una banca e scappare con Bradley Cooper ai Caraibi? Noo. Mettermi una tutina in lattex e partecipare giuliva a un’orgia sado-maso? Nooo… Qualcosa di molto ma molto più hard. Per ritrovare un senso “in questo inverno sotto zero come un film in bianco e nero” (cit. Ricchi e Poveri) io andrò a un concerto di Marco Masini. Sì, lo so, vi si sta accapponando la pelle e le budella si sono aggrovigliate come cartapesta…eeeh…Masini è roba forte…molto, molto forte. Dopo Masini non si torna più indietro. O t’attacchi alla canna del gas e la fai finita per sempre oppure svolti davvero. “Con questa pioggia nei capelli perché lo fai? con le tue mani da violino perché lo fai? come un gattino sopra un tetto di guai …dimmi perché, perché lo fai, disperata ragazza mia??” … “Ci vorrebbe il mare per andarci a fondo ora che mi lasci come un pacco per il mondo…”… “ Le ragazze serie non ci sono più, toccano il sedere dandoti del tu, le ragazze serie son rimaste in tre e hanno le frontiere chiuse come te”. Io vorrei vederlo in faccia un fan di Marco Masini. Guardarlo dritto negli occhi e chiedergli “perché? eeh…perché?? cos’è andato storto nella tua vita? quali abominevoli abusi hai subìto per pensare che non ci sia più speranza così??”. Masini è roba fortissima. Masini è come il crack. Ti brucia i neuroni, ti sega le ossa e ti atrofizza le palle. Cioè: non è che te le rompe. Te le disintegra proprio. Te le annienta. Te le polverizza. Puf. Palle caput. E se esci vivo da un concerto di Masini non c’è più niente, e sottolineo niente, che possa farti paura in questa vita. Neanche uno sporco lunedì di merda. Certo, mi rendo conto che un concerto intero di Masini è praticamente impossibile da affrontare. E allora che faccio, vi lascio senza neanche una via di fuga? Nooo, non lo farei mai. Allora ecco il piano B (perché nella vita c’è sempre un piano B): signore e signori….la NUTELLA. Nutella a carrettate. Nutella come se piovesse. Nutella a colazione, pranzo, merenda e cena.  Dio benedica il signor Ferrero, che possa il Paradiso accoglierlo ed averlo in gloria con sé finché questa galassia avrà respiro e anche oltre, quando saremo tutti terra per i ceci e il mondo sarà abitato solo dagli scarafaggi e da Roberto Carlino dell’Immobildream, che coi suoi capelli color zafferano è praticamente morto ai tempi di Tutankhamon ma ancora non lo sa.

Sì, ne sono consapevole, questo pezzo è a dir poco surreale, ma oggi è lunedì e questo è uscito.

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