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COVID Contagi sul lavoro: oltre 1.200 nelle Marche
12 Maggio 2020
È quanto emerge dai dati Inail, i settori sanità e assistenza sociale i più colpiti
ANCONA, 12 maggio 2020 – Oltre 37 mila contagi da Covid sul posto di lavoro in Italia tra la fine di febbraio e il 4 maggio: significa che più di un contagio su 6 è avvenuto per ragioni di lavoro.
È quanto emerge dai dati dell’Inail: sono le donne quelle più colpite e rappresentano il 71,5% dei contagiati.
Medici, infermieri, fisioterapisti, operatori socio-sanitari, operatori socio-assistenziali e personale non qualificato dei servizi sanitari sono i più colpiti dal contagio. Infatti il settore della sanità e assistenza sociale (ospedali, case di cura e di riposo) è quello più colpito, con i tre quarti delle denunce. Seguono altre amministrazioni pubbliche, attività di servizi alle imprese (vigilanza, pulizie, noleggio, call center, ecc.) e attività manifatturiere.
Nelle Marche i contagi rappresentano il 3,3% del totale nazionale, quindi si stima che finora siano stati oltre 1.200. È necessario riflettere attentamente su questi numeri per capire cosa si deve fare per evitare che ci si ammali nei luoghi di lavoro, soprattutto ora che siamo da poco entrati nella Fase 2 e molte realtà lavorative produttive stanno gradualmente riaprendo.
«Purtroppo i pericoli non sono ancora finiti e questa fase delicata va monitorata con grande scrupolo. Per questo sono fondamentali i controlli da parte delle autorità competenti: dall’Asur, all’Ispettorato del lavoro» dichiara Giuseppe Santarelli, segretario regionale Cgil Marche.
«È stato molto importante che governo e parti sociali abbiamo sottoscritto il Protocollo del 14 marzo poi integrato il 24 aprile e recepito nel Dpcm 26 aprile. Quel Protocollo indica chiaramente le strategie più idonee a prevenire la diffusione dei contagi nei luoghi di lavoro: sanificare gli ambienti di lavoro, proseguire con il ricorso al lavoro agile laddove possibile, dotare i lavoratori e lavoratrici di tutti i dispositivi di protezione individuali necessari, differenziare gli accessi in entrata e uscita, riorganizzare l’attività lavorativa per garantire il distanziamento sociale».
Aggiunge Daniela Barbaresi, segretario generale Cgil Marche: «Ora è fondamentale che, in ogni azienda, quelle misure di sicurezza vengano declinate concretamente in specifici protocolli aziendali da discutere e condividere con le organizzazioni sindacali. In queste ultime settimane si è continuato a parlare di quando riaprire tutto, ma si è discusso meno di come riaprire, garantendo quali misure e quale sicurezza. Auspichiamo che si possa tornare presto alla normalità ma proprio per questo è necessario che ognuno faccia la propria parte a partire dal sistema delle imprese affinchè in ogni luogo di lavoro vengano definite chiaramente e soprattutto adottate tutte le misure di sicurezza necessarie. Un solo passo falso ci farebbe precipitare di nuovo nell’incubo».
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