Cronaca
COVID Nelle residenze anziani si paga il prezzo più alto
23 Novembre 2020
Nonostante dati incompleti e sottostimati è pesantissimo il tributo: almeno il 37% dei decessi riguarda ospiti di strutture
MOIE, 23 novembre 2020 – Nonostante l’incompletezza e la sottostima dei dati il quadro riguardante contagi e decessi all’interno delle residenze è pesantissimo.
Il dato ricostruito dal Gruppo Solidarietà di Moie mette insieme due diversi dati regionali. Quello al 23 aprile e quello al 1° novembre con decorrenza 7 maggio.
«Appare necessario e urgente la messa a disposizione di dati completi dall’inizio della pandemia ad oggi, e la revisione delle politiche riguardanti il sostegno alle persone non autosufficienti, a partire dal ripensamento dell’assistenza residenziale che paga gli effetti di un’ultra decennale assenza di programmazione».
Nella seduta del Consiglio regionale del 9 novembre scorso, l’assessore alla sanità Filippo Saltamartini ha risposto alla interrogazione dei consiglieri Mastrovincenzo, Cesetti e Bora, sulla possibilità di visite dei parenti e sulla situazione dei contagi e decessi nelle strutture residenziali delle Marche.
«A seguito della crescita dei contagi, dalla metà di ottobre, in concomitanza o prima dei Dpcm del Governo (che ribadivano la responsabilità delle direzioni sanitarie nell’autorizzare le visite), la gran parte delle strutture ha vietato le visite dei parenti, eccetto, sostanzialmente, nelle situazioni di fine vita. Saltamartini nella risposta afferma che le disposizioni attuali prevedono un accesso limitato ad una unità, la predisposizione di spazi adeguati e tuttavia, tutte le misure di sicurezza devono essere garantite dai soggetti che gestiscono queste strutture. Inoltre indica una specifica modalità (tenda trasparente) che la Regione starebbe valutando, ai fini di utilizzo generalizzato».[nk_awb awb_type=”image” awb_image=”272901″ awb_image_size=”full” awb_image_background_size=”contain” awb_image_background_position=”50% 50%” awb_parallax=”scroll” awb_parallax_speed=”0.5″ awb_parallax_mobile=”true” awb_styles=” padding-top: 150px; padding-bottom: 150px;” link=”http://www.caprariauto.it” linkdest=”_blank” awb_class=”caprari”][/nk_awb]
Secondo il Grusol non devono esserci contraddizioni «tra prevenzione del contagio e mantenimento degli affetti e delle relazioni. Consapevoli che anche l’isolamento fa ammalare. Ad oggi, risulta che la maggioranza delle residenze sono chiuse alle visite dei parenti».
Preoccupante il conteggio dei contagi: le persone contagiate all’interno delle strutture al 1° novembre risulterebbero 2.081 (il resoconto indica 2.155, ma la somma dei dati provinciali indicati non dà quel totale).
Sarebbero pari a circa il 14% del totale dei contagi (14.804) – fa sapere la realtà di Moie –
Dal 7 maggio risulterebbero decedute 284 persone (283 in residenze per anziani); 1 in residenza per disabili (CoSER).
Di queste, 180 sono decedute in ospedale, 104 nelle residenze. In arco temporale di 13 giorni senza dati e il report al 23 aprile, come indicato, è largamente incompleto.
Sommando i due dati, il numero delle persone ricoverate nelle strutture, decedute in ospedale, o nella stessa struttura, è pari a 374.
Se al 1° novembre i decessi accertati con positività nelle Marche erano 1.025, il numero dei decessi con positività accertata all’interno delle residenze risulterebbe, nonostante la sottostima, pari a circa il 37% del totale.
Davanti a questi numeri, chi ha parlato di strage non ha esagerato. Si tratta di un dato che, nonostante la forte sottostima, è pesantissimo».
(e.d.)
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