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Cronaca

FABRIANO CARTIERE: SETTORE BANCONOTE TRA POSSIBILE VENDITA E LA RICERCA DI COMMESSE

I Sindacati: “L’azienda ha comunicato le manifestazioni di interesse di altri operatori per possibili joint venture o partnership nel comparto sicurezza relativo alle banconote”

 

FABRIANO, 2 agosto 2019 – Dall’incontro veronese di una manciata di giorni fa per discutere delle prospettive future delle cartiere fabrianesi una sostanziale fumata grigia. Nessuna novità ma resta sul tavolo la possibilità di una cessione del ramo della carta valori,  anche se da Bain Capital (che ha acquistato il gruppo Fedrigoni lo scorso anno) confermato l’impegno del trovare commesse e quindi garantire i livelli occupazionali attuali mentre un advisor esterno sta sondando eventuali offerte provenienti da soggetti terzi. Anche in caso di vendita rassicurazioni per quanto riguarda i livelli occupazionali.

Ma nonostante questo primo passaggio verso una ipotetica cessione, da parte di Bain Capital è stato confermato l’impegno del trovare commesse e quindi garantire i livelli occupazionali attuali mentre un advisor esterno sta sondando eventuali offerte provenienti da soggetti terzi. Anche in caso di vendita rassicurazioni per quanto riguarda i livelli occupazionali.

“Vorrei sgombrare il campo dall’idea che l’ingresso di Bain Capital nella proprietà sia foriero di chissà quali scenari apocalittici – aveva detto l’A.D. del gruppo Fedrigono, Nespolo – tutto il management è impegnato a fare di più e meglio, razionalizzando, sviluppando nuovi prodotti, approcciando nuovi mercati o Paesi. E questo vale anche per il settore ‘Sicurezza’. Abbiamo dato mandato ad un advisor per valutare se ci siano, e quanto siano seri, interessi di altri player per questo business. Le due cose non sono in contraddizione: al momento il processo è in fase iniziale, non si sa come e quando si concluderà. Nel frattempo noi stiamo facendo di tutto per acquisire nuove commesse, anche andando a trattare con banche centrali che non ci hanno mai dato udienza”.

C’è poi l’analisi dei sindacati, che parte dai risultati positivi di gruppo con incremento dei volumi, dei ricavi e che hanno generato, malgrado un costo della materia prima cellulosa (+28% su base annua), un EBTDA di 137ML di euro con un +12% di consolidato.

“Nella sua relazione ha confermato che l’obbiettivo del Gruppo è quello di diventare leader nel mondo, nella produzione di carte speciali per packaging, etichette, stampa, ologrammi e carte di sicurezza, chiarendo che Fedrigoni si sta affermando in un mercato difficile, confermato dai buoni risultati ottenuti nel primo semestre del 2019, soprattutto nei segmenti delle etichette e delle carte speciali”.

E poi ancora da parte di Slc-Cgil, Filste-Cisl e Uicom-Uil: “Discorso a parte è quello che riguarda il comparto cosiddetto della Carta Moneta che vive un periodo di sofferenza dovuto al fatto che l’acquisizione di ordinativi attraverso le gare è molto più difficile. In tale ottica, l’azienda ha sottolineato che con le manovre fatte e le intese trovate a livello locale in particolare nella zona Marche, sopperirà al forte calo in questa area fino alla fine dell’anno ma allo stato attuale desta forte preoccupazione il carico ad oggi inesistente per l’anno 2020 ed ha quindi comunicato che se non si troveranno commesse con una marginalità positiva si potrebbe prendere in considerazione l’ipotesi di cedere alcuni asset non ritenuti core business e cioè appunto la divisione banconote e sicurezza”.

“Tale eventuale cessione del settore della stampa di banconote – concludono le sigle sindacali – coinvolgerebbe molte risorse nello stabilimento fabrianese di Vetralla, l’unico del gruppo dedicato alla realizzazione sia degli Euro sia delle valute straniere. Inoltre ha comunicato le manifestazioni di interesse ricevute da altri operatori per possibili joint venture o partnership nel comparto sicurezza relativo alle banconote, dando mandato ad un soggetto terzo di raccogliere tali richieste per valutare eventuali sinergie con l’obiettivo della salvaguardia dei posti di lavoro. Le Segreterie Nazionali hanno sottolineato che il mancato ricambio di manager a livello locale, ha determinato timori tra i lavoratori che hanno fatto scaturire voci incontrollate, situazione questa che va affrontata in tempi brevi, riprendendo quel dialogo che non è mai mancato nel gruppo Fedrigoni e che è stato sinonimo di ottime relazioni industriali rivelandosi un valore aggiunto nella soluzione dei problemi”.

(redazione)

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