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Cronaca

Fabriano Chiusura Giano, dopo l’incontro con Fedrigoni sindacati “Insoddisfatti e scettici”

Ora l’attenzione delle parti sociali è focalizzata all’incontro al Mimit del prossimo 4 novembre

Fabriano – Insoddisfazione e scetticismo: queste le reazioni a caldo di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Chimici dopo l’incontro con i vertici Fedrigoni.

«Durante l’incontro, l’azienda ha presentato un nuovo pacchetto di proposte – Hanno commentato Carrega, Pellicano, Retrosi e Valente – a differenza di quanto discusso nel precedente incontro di Verona. Fedrigoni ha avviato un piano di ricollocazione per i lavoratori, mirando principalmente al territorio marchigiano e, successivamente, agli stabilimenti del nord Italia. Sono state offerte circa 55 posizioni specifiche per coloro che decidessero di trasferirsi, accompagnate da incentivi economici per favorire il trasferimento stesso.

Nel commento al termine dell’incontro i sindacati hanno posto l’accento sul piano di sviluppo, che includerebbe anche nuove iniziative nel settore della sicurezza e l’implementazione della carta artistica a Fabriano. »Questo approccio potrebbe attenuare l’impatto immediato sui 195 lavoratori, ma nondimeno resta in gioco l’ipotesi di oltre 100 esuberi, senza contare l’indotto e le posizioni di lavoro temporaneo».

Un’altra questione trattata nell’incontro ha riguardato lo stabilimento di Rocchetta, che dal primo gennaio diventerà il polo logistico di tutta l’area marchigiana.

«Verranno gestite diverse macchine con una modifica della turnazione ma questo cambiamento coinvolgerà soltanto dieci lavoratori, di cui otto operai, un meccanico e un elettricista. In merito alla nuova produzione di carta di sicurezza. A partire dal primo gennaio, sono previsti 48 trasferimenti nel reparto sicurezza di Fabriano, dove i lavoratori saranno sottoposti a formazione per prepararsi all’avvio della produzione a ciclo continuo su tali impianti».

Tuttavia, nonostante gli sforzi mostrati da Fedrigoni, i rappresentanti sindacali si sono detti insoddisfatti e scettici, con la preoccupazione per “Una politica industriale che non offre garanzie, specialmente in relazione alla macchina F3”.

«L’azienda ha chiarito la sua intenzione di interrompere la produzione di carta da ufficio a partire dal primo gennaio 2025 – Hanno concluso Carrega, Pellicano, Retrosi e Valente – il futuro di tutti i lavoratori dell’area marchigiana, compresi quelli dello stabilimento di Ritrama».

Ora tutta l’attenzione è tesa all’incontro al Mimit, previsto per il prossimo 4 novembre.  «Chiederemo maggiori garanzie utili a ritrovare la stabilità necessaria in questo difficile momento».

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