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Cronaca

FABRIANO Diasen 2020, “Oltre l’orizzonte: i prossimi vent’anni delle Pmi”

Sostenibilità ed innovazione

 

FABRIANO, 14 gennaio 2020 – Si sono svolte ieri pomeriggio alle ore 17:30, presso il teatro Gentile da Fabriano, le celebrazioni per il ventennale dell’azienda sassoferratese Diasen. Il bel teatro fabrianese è stata la location scelta per un talk dal grande respiro: “Oltre l’orizzonte: i prossimi vent’anni delle Pmi”.

Festeggiamenti dunque già proiettati verso il futuro, sempre nell’ottica dell’avanguardia e della sostenibilità. Erano presenti diverse personalità legate al mondo dell’imprenditoria e delle politica, tra cui il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, il presidente della Fondazione Symbola Ermete Realacci e il presidente piccola industria Confindustria Carlo Robiglio.

Di prim’ordine i relatori del talk:  Gian Pietro Simonetti, responsabile HR & marketing Diasen, Alberto Peretti, filosofo del lavoro fondatore di Genius Faber e Diego Mingarelli presidente di Diasen.

Youth, green e smart sono le parole chiave scelte dall’azienda nel video di presentazione iniziale e che hanno percorso come un leitmotiv, assieme alla tradizione, l’intero evento.

Nel suo intervento “L’incanto del sughero”, Simonetti ha esposto l’importanza di questa sostanza per la Diasen: «Parleremo di un albero, un sempreverde del mediterraneo, una quercia particolare dalla cui corteccia traiamo il sughero. Il mercato del sughero è per lo più famoso per i tappi da bottiglia, che creano molto scarto. Non è ciò che fa la Diasen: noi utilizziamo questo materiale scartato. Diamo comfort agli ambienti, agli edifici, sfruttando la proprietà del sughero di inglobare aria e quindi di fungere da isolante termico. In Diasen il sughero è cuore e business. Noi cerchiamo di approfondire questo mondo attraverso la ricerca, tutelando al contempo l’ecosistema nel quale questo si sviluppa, la parte occidentale del Mediterraneo, rispettando i tempi di maturazione e riciclo della corteccia. Noi vogliamo recuperare, in un mix di tradizione e innovazione, l’antica esperienza dei mediterranei per quello che riguarda la lavorazione di questo straordinario materiale. Abbiamo realizzato una monografia a riguardo, in cui si potranno leggere i vari aspetti della filiera del sughero».

Molto interessante la riflessione “Costruire Mediterraneo: cultura, comunità, senso” di Peretti: «Le aziende oggi dovrebbero ripartire dal senso di fare impresa. Questa è un organismo vivente fatto di persone che si muovono in base al senso che danno al loro agire. Occorre rileggere la propria storia e ridisegnare così la propria identità. Questa è la via del business del domani, un saper essere prima che un saper fare. Molte imprese del Made in Italy non hanno saputo coniugare la propria identità con il respiro internazionale. A partire dal proprio DNA, le imprese italiane devono rienergizzarsi attraverso narrazioni non basta la ricerca dell’utile. Una bella storia di lavoro mediterraneo è quella che ci ha raccontato Diasen, capace di ridisegnare un futuro possibile a partire da una precisa tradizione. Il mediterraneo è un’arte di vivere e un’arte di fare che fuse insieme fanno il DNA di una grande impresa. Territorio, sostenibilità e persone, tre cardini che devono ruotare attorno al lavoro».

Ha raccontato la storia della Diasen il presidente Mingarelli, grato a tutti i presenti e i relatori: «Quello che avviene nel passato influenza profondamente quello che siamo e quello che saremo. Tutto comincia nel 1925, quando il mio bisnonno Pierantoni decise di aprire un’azienda di saponi. La nostra prima parola è conoscenza. Il mio bisnonno studiò molto per costruire questa impresa. La seconda parola è confronto: Pierantoni capì che doveva trovare persone che lo aiutassero a capire dove andare. L’azienda fu portata avanti dai miei nonni e nel 1978, mio padre fondò l’Italsolventi, una nuova azienda al servizio della manifattura che stava sempre più emergendo nelle Marche. Già in questo momento si cercavano soluzioni ecologiche ed ecco la terza parola: green. Da lui abbiamo imparato a percorrere strade nuove. La Diasen nasce venti anni fa da questa storia. Con la grande crisi economica e la morte di mio padre ho imparato la quarta parola: resilienza. Abbiamo rilanciato l’azienda traendo forza da questo momento difficile. I pilastri di questa rinascita sono stati la mia famiglia, Confindustria, la comunità degli imprenditori e le persone, il nostro team di ragazzi che lavorano con noi. Da dieci anni abbiamo fatto una grande opera di crescita sul piano internazionale partecipando a grandi opere. Le Marche hanno ancora una grandissima cultura del lavoro».

Al termine dell’intervento sono stati assegnati dei riconoscimenti ad alcuni lavoratori più longevi e al responsabile di Diasen in Portogallo, paese partner della Diasen.

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Ha concluso la celebrazione una tavola rotonda sul tema della sostenibilità tra Ermete Realacci, Carlo Robiglio e Vincenzo Boccia.

Danilo Ciccolessi

©RIPRODUZIONE RISERVATA

 

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