Attualità
Fabriano “Fiori d’acciaio” conclude la stagione di prosa del “Gentile”
18 Aprile 2023
Alle 21 di domani il palco del teatro fabrianese si trasformerà nella cittadina immaginaria di Chinquapin, in Louisiana
di Redazione
Fabriano, 18 aprile 2023 – Con “Fiori d’acciaio”, commedia di Robert Harling interpretata da Tosca D’Aquino, Martina Colombari, Gioia Spaziani, Martina Difonte, Stefania Micheli e Rossella Pugliese, regia di Michela Andreozzi e Massimiliano Vado, si conclude domani sera la stagione del Teatro Gentile di Fabriano.
«”Fiori d’acciaio”, nella sua versione cinematografica — spiega la regista Michela Andreozzi—, è uno dei romanzi di formazione che hanno accompagnato la mia prima giovinezza, insieme a “Piccole donne”, “Harry ti presento Sally” e “Colazione da Tiffany”: storie di donne, grandi figure femminili che crescono, sbagliano, si confrontano, amano, odiano, combattono e qualche volta muoiono. Quando lo vidi in sala poco più che adolescente, è stato il film che più di ogni altro mi ha spiegato cosa significhi essere donne e, nonostante ciò, fare fronte comune, ovvero la famosa, leggendaria, solidarietà femminile».
Alle 21 di domani il palco del teatro fabrianese si trasformerà nella cittadina immaginaria di Chinquapin, in Louisiana, dove sei donne dall’età e dai caratteri completamente diversi si ritrovano in un salone di bellezza, tra pettegolezzi e i vari alti e bassi della vita.
Dalla commedia è stato tratto un film, del 1989 con Julia Roberts e Sally Fields, con Herbert Ross alla regia.
«Abbiamo deciso di lasciare l’ambientazione di fine anni ’80, perché ci permette di osservare un tempo appena trascorso e ci racconta che siamo già nel futuro. Poi c’è l’affetto perché per me – conclude la Andreozzi – un teatro affettuoso è ciò di cui abbiamo bisogno, un racconto di sentimenti e di ironia che qualche volta è crudele ma mai cinica, mai diventa sarcasmo. Se c’è una cosa che le donne sanno fare, è essere terribili, spietate e capaci di affrontarsi, insomma, dei fiori di acciaio, senza mai smettere di amare».
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