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Cronaca

FABRIANO La fede viaggia in streaming

FABRIANO, 30 marzo 2020 – Questo periodo di restrizioni dovute alla pandemia mondiale ha richiesto a tutti dei sacrifici. Ogni categoria sociale si è dovuta adattare e reinventare, soprattutto mediante i mezzi tecnologici di cui fortunatamente disponiamo.

Anche la Chiesa locale si sta organizzando in diversi modi per far senitire la sua vicinanza ai fedeli.

I sacerdoti continuano a celebrare le messe e le diverse funzioni, ognuno aggiornando come può i parrocchiani delle proprie attività. Altri celebrano messe ed organizzano momenti spirituali mediante lo streaming. Perché celebrare la messa in streaming, nelle comunità locali, nonostante vi siano moltissime dirette in televisione?

Lo abbiamo chiesto a don Umberto Rotili della parrocchia della Misericordia.

«Secondo me è necessario poter vedere un volto familiare – spiega – una parrocchia che conosci e un ambiente che ricordi la quotidianità e la normalità. Per questo celebro in streaming con grande costanza per tutti i parrocchiani».

«È bello perché possono connettersi anche persone della parrocchia che si trovano in questo momento in altre parti d’Italia o nel mondo e così possono essere in comunione con noi. Ancora di più è importante perché una comunità se non si vede si disgrega.La parrocchia si regge sugli atti liturgici che compie insieme. Anche questo è il senso della messa che si celebra ogni settimana e potersi così unire tutti insieme per lodare ed incontrare il Signore. Su questa linea – prosegue – sono anche tutte le altre iniziative che vengono organizzate, adorazioni, catechesi, vie crucis».

«Ritengo molto importante che un parroco possa incontrare la propria comunità anche in modi diversi altrimenti non c’è futuro e quando tutto tornerà normale non avremo più una comunità. Il senso di appartenenza va salvaguardato – conclude – e il parroco deve saper essere presente nella vita delle persone che hanno bisogno di vederti, di sentirti e di percepire che c’è un legame e davvero tutto andrà bene».

Danilo Ciccolessi

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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