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Cronaca

Fabriano «Proposta Fedrigoni insufficiente, Regione si attivi con il Mimit»

Maurizio Mangialardi commenta l’esito dell’incontro svoltosi ieri a Fabriano tra il gruppo Fedrigoni, le segreterie nazionali e territoriali dei sindacati

Fabriano – Continua a tenere banco la vertenza Giano, e dopo la proposta di ieri Fedrigoni (leggi l’articolo), proseguono le prese di posizione e le analisi.

Dopo le perplessità dei sindacati, anche la politica analizza le mosse di Fedrigoni condividendo quanto espresso dalle parti sociali.

Maurizio Mangialardi, dem Vicepresidente dell’assemblea legislativa della Marche, spiega così.

«Temo che le preoccupazioni siano più che fondate. La proposta di ricollocazione di 105 unità lavorative nelle Marche può essere considerata un piccolo passo avanti nel confronto tra le parti, ma non la soluzione, visto che lascia nel limbo il futuro di circa un centinaio di lavoratori, comprese le figure più fragili inserite con contratto a tempo determinato, senza contare gli inevitabili effetti sull’indotto. Purtroppo, si ha l’impressione che l’azienda non abbia un vero e proprio piano industriale di rilancio e un progetto fortemente ancorato al territorio».

«Anche per questo sarebbe stato meglio che il Tavolo nazionale convocato per il 4 novembre si fosse svolto prima dell’appuntamento di ieri a Fabriano, come richiesto dalle organizzazioni sindacali. Il rischio, infatti, è che il ritardo con cui si è mosso il Ministero del Made in Italy abbia permesso all’azienda di giocare in anticipo e creare le condizioni per definire il perimetro del confronto. Un perimetro, sembra di capire, troppo stretto per salvaguardare i livelli occupazionali garantiti fino a oggi nelle Marche dalle cartiere».

«Auspico che anche la Regione Marche – continua Mangialardisvolga un ruolo attivo in vista dell’appuntamento a Roma del 4 novembre. La risoluzione che abbiamo approvato all’unanimità in consiglio regionale indica chiaramente la via da seguire. Anzitutto la giunta regionale deve attivarsi nei confronti del governo nazionale per chiedere all’azienda di sospendere temporaneamente le decisioni assunte, al fine di accertare l’esistenza di nuovi acquirenti slegati dal mondo della finanza interessati a rilevare il sito produttivo. In secondo luogo, tenere un costante canale di comunicazione con il Ministero del Made in Italy per verificare le condizioni di un’acquisizione degli stabilimenti da parte del Poligrafico dello Stato, soprattutto nel caso che dal Tavolo nazionale con le parti sociali non emergessero strategie adeguate a salvare tutti i posti di lavoro».

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