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FABRIANO Un viaggio nell’arte del ‘300
7 Gennaio 2022
La mostra chiuderà il prossimo 31 gennaio, ed è ospitata all’interno della pinacoteca civica “Molajoli”
FABRIANO, 7 gennaio 2022 – Ci sono mostre che non accadono mai, altre invece che accadono quasi sempre.
Dopo aver citato la Merini di una grande poesia, si può dire che il nostro Paese è straordinariamente percorso da refoli di cultura, dalle Alpi alla Sicilia. Puoi vedere, seguire, sognare insieme ai tuoi grandi pittori, scultori, fotografi che ami. Ma c’è un però.
Alla fine ti rendi conto che, pur se meravigliose e ottimamente organizzate, alcune di queste mostre sono, per lunghi tratti, un deja vu. E lì volevo arrivare. Ecco, non è quello che si prova quando ci si trova invece a Fabriano, alla Pinacoteca Civica Bruno Molajoli, di fronte a “Allegretto Nuzi e il ‘300 a Fabriano. Oro e colore nel cuore dell’Appennino”.
Perché non capita spesso che si renda a Fabriano, al suo territorio, alla sua tradizione, quell’applauso scrosciante che merita insieme a chi ha voluto e realizzato una riscoperta, o addirittura scoperta, di ulteriori ricchezze culturali – riunite come per un appuntamento di prestigio per il quale bisogna indossare l’abito buono – pervenute da molti Paesi del mondo o da collezioni private.
Quello che hanno fatto i curatori Andrea De Marchi (di cui ricordo, per avere in parte condiviso la sua realizzazione, “Pittori a Camerino nel Quattrocento” editato giusto 20 anni fa) e Matteo Mazzalupi, pone Fabriano, ancora una volta, in cima ad una ideale classifica per la ricchezza d’arte del suo Trecento.
Nuzi, fabrianese d’origine, legato probabilmente alla scuola giottesca riminese e, ovviamente, a quella di Assisi, “ha dominato – dicono gli esperti – la scena della pittura sia su tavola sia su muro”. Ha dato, infine, alle raffigurazioni stesse, la forza della ricerca perfetta sugli effetti materici degli oggetti che dipingeva.
L’incanto che ci siamo trovati di fronte ripropone sostanzialmente la possibilità di riunire parti di opere che, nel tempo, si erano disperse, ricomponendo racconti che hanno il loro massimo sviluppo creativo nelle iconografie e nei complessi polittici.
La mostra, che chiuderà il 31 gennaio prossimo, promossa e sostenuta da diverse istituzioni, a partire dal Comune di Fabriano, dalla Sovrintendenza Archeologica Belle Arti, dalla Regione Marche, da aziende private, ha messo la Città della carta al centro non solo della nostra regione, permettendo a visitatori venuti anche da fuori regione, di attraversare le strade ed i vicoli antichi di questo stupendo piccolo centro circondato da colline e dagli Appennini, Città Creativa dell’Unesco.
Giovanni Filosa
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