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FABRIANO Verso il voto regionale, Chiara Biondi risponde a QdMnotizie
4 Settembre 2020
I candidati fabrianesi sono ai blocchi di partenza, abbiamo posto alcune domande su temi che in questo momento hanno un forte impatto sulla realtà locale
FABRIANO, 4 settembre 2020 – Chiara Biondi è candidata al Consiglio regionale per la Lega – presidente Acquaroli
Come sta cambiando la sua città?
Fabriano vive da anni il malessere conseguente al calo generale della produzione da parte dei protagonisti di quella manifattura e di quell’industria che ci hanno sempre contraddistinto. Le Marche, che per definizione sono una regione omogenea, stanno diventando una regione con zone costiere che camminano più velocemente delle valli montane e collinari, rompendo così quello storico equilibrio che fino a qualche anno fa definivamo il “modello marchigiano”. Spopolamento e impoverimento fa sì che la città si veda mancare risorse importanti a noi assegnate, e l’assenza di progettualità a lungo termine sta portando ad avere settori strategici sempre meno strutturati. Si ha l’impressione che la crisi del 2007 che danneggiò l’economia mondiale non si sia mai fermata a Fabriano, a differenza di come è avvenuto in altre realtà produttive.
Quale sarebbe la sua prima proposta da presentare in Consiglio Regionale per Fabriano?
Sicuramente l’azione di sblocco delle infrastrutture, con particolare riferimento alla SS76 e la Pedemontana. Non è difficile comprendere che Fabriano, come tante altre realtà immerse nel territorio montano, senza una buona accessibilità sono destinate a rimanere in difficoltà. Lo sviluppo del tessuto economico, l’incoming turistico di natura culturale, commerciale ed addirittura sanitario avranno sempre un limite allo sviluppo. Questa spiacevole situazione ci terrà sempre fuori dall’attenzione degli investitori esterni, e addirittura, con il malcontento cittadino crescente, di tutti quei residenti che stanno attualmente riflettendo se investire qui e scommettere quindi sulla propria città.
Quale è il gap maggiore che la città deve recuperare?
È senz’altro quello del calo statistico della popolazione, che nel suo numero vi è rappresentato il riassunto della situazione: dal calo degli occupati sul territorio, al notevole rallentamento dell’economia reale della città. Fabriano durante lo splendore del nostro polo industriale degli anni ‘90 era proiettata a sorpassare alcune soglie numeriche che avrebbero reso la città sempre più importante. La crisi economica ha innescato un sistema contrario che ha portato alla situazione attuale.
Occupazione, sanità e turismo: chi ha la priorità tra questi temi?
Questi tre temi sono egualmente importanti e profondamente legati, spesso si crede di dover dare una precedenza ad un tema rispetto ad un altro, ma a mio avviso non è così. Si dovrà fermare la fuga della popolazione della città, che nel nostro caso è dipesa principalmente dalla crisi occupazionale del territorio, tema importante che è sotto lente d’ingrandimento del coordinamento Lega-Fabriano già dal 2017, quando per primi abbiamo presentato la proposta di attuare la “Zona Franca del polo industriale fabrianese”, argomento che lo stesso coordinamento è riuscito a far inserire nel programma elettorale della regione del centro destra unito per le elezioni del 2020, dove, oltre a una defiscalizzazione vengono aggiunti progetti di bonifica e riqualificazione delle aree industriali dismesse e la possibilità di incentivare gli investitori ad acquistare gli opifici chiedendo di assumere manodopera locale. Il turismo invece è un comparto che non si dovrebbe scindere dal settore del commercio e che nel loro complesso sono fortemente strategici per lo sviluppo occupazionale. Tutto questo al fine di mantenere le risorse ed i servizi a noi assegnati, tra cui spicca per importanza la sanità pubblica.
Parliamo del “Profili” e del Punto Nascite?
Questi giorni ho avuto la fortuna di incontrare il personale medico sanitario del nosocomio cittadino per ascoltare e cercare di capire la situazione che sta vivendo. È nato un ottimo dialogo ed ho appreso che il nostro ospedale consta di unità operative di grande valore a cui viene riconosciuto uno status di eccellenza affianco ad altre che hanno delle importanti carenze nel servizio diretto alla cittadinanza. Basti pensare all’esperienza legata al covid-19 dove il polo chirurgico nella prima fase pandemica ha assorbito pazienti provenienti dalla costa, dalla vallesina, dal maceratese e da altre parti della nostra regione. Considerato il potenziale della struttura, questa va valorizzata ed implementata al fine di risolvere definitivamente le difficoltà operative, cosa che potrebbe incentivare addirittura, alla creazione di turismo sanitario che coinvolga la città. La riqualificazione passerebbe inoltre dall’intervento di recupero non ancora attuato dell’ala attualmente inagibile dal sisma del 2016. Le politiche regionale di chi rappresenta il territorio in questo caso saranno estremamente decisive.
I giovani cercano lavoro altrove, un fenomeno che pone grossi problemi.
Purtroppo non è una novità che la tendenza nazionale è quella di spostarsi in città più popolose o metropolitane dove l’economia è più fluida e dinamica. Casi particolari a parte, dispiace che i giovani non vedano Fabriano come una città in cui costruire il proprio futuro lavorativo, su cui pesa l’attuale problematica occupazionale. Come risposto precedentemente abbiamo il meccanismo della “Zona Franca”, che potrebbe essere di aiuto e che alimenterebbe tutte quelle politiche che spingano i giovani a costruire qui la loro vita. Sarebbe necessario inoltre incentivare sotto il profilo fiscale le aziende al fine di fare assunzioni di questi giovani, creare piani di investimento che implementino l’autoimprenditorialità di tutti coloro hanno una professionalizzazione o addirittura un’idea sperimentale. Ultimo ma non meno importante, è necessario valorizzare la formazione di nuove figure che possano intraprendere un percorso all’interno dell’ambito lavorativo locale.
Intervista a cura di Daniele Gattucci e Sergio Federici
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