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FABRIANO Verso il voto regionale, Rossella Dadea risponde a QdMnotizie

I candidati fabrianesi sono ai blocchi di partenza, abbiamo posto alcune domande su temi che in questo momento hanno un forte impatto sulla realtà locale

 

 

Rossella Dadea

FABRIANO, 5 settembre 2020 – Rossella Dadea è candidata al Consiglio regionale come indipendente nella lista presidente Mangialardi

Come sta cambiando la sua città?

«In città si respira un clima di difficoltà. La gente è preoccupata e sfiduciata nelle istituzioni. C’è una sensazione di isolamento, che va superata. La Statale 76 in un perenne cantiere, la soppressione della sezione distaccata del Tribunale di Ancona e il rischio di chiusura dell’Ufficio del Giudice di Pace, l’accorpamento e la chiusura di reparti cruciali e del punto nascita dell’Ospedale Profili, la crisi del nostro polo industriale e la conseguente emergenza occupazionale, le oggettive difficoltà per le piccole e medie imprese e per le attività commerciali e professionali, sono ferite che vanno rimarginate. Bisogna trovare gli strumenti per rialzarsi e dare linfa nuova alla città».

Quale sarebbe la sua prima proposta da presentare in Consiglio Regionale per Fabriano?

«Sicuramente in città devono essere garantiti i servizi essenziali ed essere assicurata una sanità di prossimità. È intollerabile che per andare a curarsi o sottoporsi ad accertamenti si debbano fare chilometri, percorrendo strade non sicure o dovendo sconfinare in altre Regioni. Sosterrei, pertanto, per prima cosa, la vertenza con il governo nazionale per modificare il DM 70/2015 con l’obiettivo di garantire un servizio sanitario efficiente e agevolmente fruibile da tutti. Fabriano, inoltre, deve essere connessa con tutto il territorio regionale e mi adopererei affinché, dopo anni, siano finalmente ultimati i lavori della SS 76. Il rilancio economico della città non può prescindere da adeguate infrastrutture. In ragione delle mie specifiche competenze attuero’ progetti a sostegno delle famiglie, dei minori e dei soggetti fragili. Bisogna rafforzare le strutture del territorio delegate all’accoglienza e all’aiuto delle famiglie e dei giovani in difficolta’, degli anziani e dei soggetti con disabilità, potenziando la rete dei servizi e garantendo un’assistenza specializzata locale, riducendo al massimo la burocrazia. Proporrò un progetto di valorizzazione della figura del caregiver, cioè di colui che si occupa della cura di un malato o di un disabile, attraverso un idoneo sostegno economico, servizi sociosanitari con personale adeguato e corsi di formazione specializzati».

Quale è il gap maggiore che la città deve recuperare?

«È necessario, prima di ogni cosa, puntare sul suo rilancio economico, sostenere lavoratori e imprese e incentivare l’occupazione. Bisogna dare vita a nuove attività imprenditoriali e sostenere le start up attraverso l’agevolazione fiscale, la facilitazione all’accesso al credito e un sistema che miri alla sburocratizzazione. Risorsa fondamentale è anche il turismo, che deve essere di qualità e che sia tale da valorizzare le risorse naturali, artistiche e culturali dell’entroterra».

Occupazione, sanità e turismo: chi ha la priorità tra questi temi?

«Sanità e occupazione al medesimo livello, subito dopo turismo, indispensabile per il rilancio economico e che preveda la valorizzare delle tante eccellenze del nostro territorio, dai prodotti enogastronomici, alla filigrana e alla carta fatta a mano».

Nei mesi scorsi il passaggio di Cingoli dall’Area Vasta 2 a quella di Macerata ha visto una decisa presa di posizione anche a Fabriano. Il suo pensiero a questo proposito?

«Ritengo che a inizio legislatura vada attuato un nuovo confronto tra le parti nell’ottica di un complessivo progetto di riforma sanitaria e di riorganizzazione delle Aree Vaste».

Parliamo del “Profili” e del Punto Nascite?

«L’ospedale, quale fondamentale riferimento per i cittadini, deve prevedere un Punto Nascita. I nostri bambini devono nascere a Fabriano ed essere curati vicino alle loro case e ai loro affetti. Utilizzando le risorse già a disposizione e quelle che verranno assicurate dal Recovery Fund, vanno aperti reparti, vanno aumentati i posti letto, va recuperata l’ala lesionata dal terremoto e, sopratutto, assunti nuovi medici, infermieri e personale paramedico, che costituiscono il fondamento del servizio sanitario. L’emergenza pandemica affrontata dalla nostra Nazione negli ultimi mesi ci ha insegnato che dobbiamo puntare su reti di servizi socio-sanitari territoriali, capillari ed efficienti, muniti di dotazioni e risorse umane necessarie in loco. Il diritto alla salute è un diritto fondamentale, costituzionalmente garantito, che non ammette deroghe o cittadini di serie A e di serie B».

I giovani cercano lavoro altrove, un fenomeno che pone grossi problemi.

«Affinché i giovani non lascino la città è indispensabile, in primo luogo, attuare un programma di interventi che prevedano l’allineamento dei percorsi formativi con quelli occupazionali. Occorre, inoltre, facilitare e semplificare l’accesso alla costituzione di nuove imprese e investire in innovazione tecnologica e digitalizzazione».

Intervista a cura di Daniele Gattucci e Sergio Federici

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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