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Cronaca

FALCONARA Incendio raffineria Api, continuano le polemiche

Da più parti si chiede alla Regione l’impegno a sollecitare la proprietà a presentare un piano di riconversione del sito verso attività ambientalmente sostenibili

FALCONARA, 27 febbraio 2022 – «Ciò che conta è il fatto che l’incendio sia stato circoscritto in meno di mezz’ora dalla squadra interna di primo intervento e che non ci siano stati problemi per operai e cittadini. Del resto, tutte le procedure previste in casi come quello di giovedì scorso sono state messe in atto tempestivamente».

Dalla raffineria Api non si vogliono alimentare polemiche e quindi non ci sono repliche all’ennesima presa di posizione dell’Amministrazione comunale che invece ribadisce il concetto espresso sin dalle ore successive all’incendio.

«La raffineria Api è consapevole di essere in difetto in merito alla comunicazione dell’evento di giovedì mattina, come emerso anche durante il tavolo in Prefettura convocato nello stesso pomeriggio del 24 febbraio. La pec scritta dalla raffineria per informare il Comune di quanto accaduto – sottolinea l’Amministrazione – è arrivata alle 17, ossia 5 ore dopo l’incendio, scoppiato alle 12 e invece la comunicazione scritta, via fax o pec, doveva arrivare nel minor tempo tecnicamente possibile. Va poi ribadito che la prima informazione verbale è stata tempestiva solo perché il Sindaco ha chiamato la raffineria, quando avrebbe dovuto essere al contrario l’azienda a informare tempestivamente il Comune».

Su questo punto, però, l’Api conferma la sua posizione.

«Abbiamo tempestivamente informato tutti gli enti interessati. Il Sindaco è stato contattato immediatamente alle ore 12.02, a meno di 120 secondi dalla segnalazione interna dell’allarme».

In ogni caso le polemiche si susseguono.

«Quello di giovedì – sostengono i consiglieri regionali del Pd, Antonio Mastrovincenzo e Manuela Bora – è l’ennesimo episodio grave che si è verificato in questi anni all’Api. Solo grazie agli operai della squadra di primo intervento e ai Vigili del Fuoco si sono evitate conseguenze molto più serie. A loro va il nostro ringraziamento. È inaccettabile però che la popolazione per troppo tempo sia rimasta all’oscuro di quanto stesse succedendo e che la raffineria non abbia informato tempestivamente il Comune e gli organi preposti. Ed è sconcertante – dicono Bora e Mastrovincenzo – l’atteggiamento del Comune che ha dato risposte fuorvianti ai cittadini allarmati parlando di “normali esercitazioni antincendio” e quello della Regione che, tramite l’assessore Aguzzi, ha minimizzato l’accaduto».

Da più parti si chiede alla Regione l’impegno a sollecitare la proprietà a presentare un piano di riconversione del sito verso attività ambientalmente sostenibili. Anche Loris Calcina, a nome dei comitati Mal’Aria e Ondaverde, che con Falkatraz, hanno organizzato l’incontro pubblico sotto Palazzo Bianchi a cui hanno partecipato molti cittadini, denuncia “il fallimento degli enti controllori dell’impianto a rischio di incidente rilevante, il fallimento dei decisori politici a tutti i livelli”.

«Questa raffineria se chiedesse oggi le autorizzazioni per impiantarsi non le otterrebbe. L’Api è dentro Falconara e ci ha trasformati in appendici o effetti collaterali della raffinazione del petrolio: questo rende invivibile Falconara. Dover sperare, ogni giorno, che il vento soffi dal lato opposto del centro abitato per poter aprire le finestre o fare una passeggiata, non è vivibilità».

Intanto l’accertamento dell’Arpam avvenuto dopo l’incendio sulla qualità dell’aria ha messo in evidenza come il pm 10 e il pm 2.5 siano restate sotto la soglia prevista dalle norme a fronte però di una variazione significativa di idrogeno solforato.

«Gli idrocarburi non metanici e l’idrogeno solforato nelle ore successive all’evento – secondo l’Arpamsono rientrati nei valori normali».

Gianluca Fenucci

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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