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Cronaca

Falconara La tragedia del piccolo Abdou: dolore, smarrimento e domande

La dinamica del drammatico episodio è ancora al vaglio degli inquirenti, ma su quel pontile il transito è interdetto, chi doveva sorvegliare?

Falconara – Il giorno dopo la tragedia del piccolo Abdou lo smarrimento è ancora più grande.

Il dolore dei familiari e di tutta la comunità falconarese è inconsolabile. Difficile elaborare il lutto per la morte di un bambino che voleva solo giocare con gli amichetti, trascorrere una giornata divertente al mare e sulla spiaggia con i suoi coetanei e diversi compagni di scuola. In tanti sabato mattina hanno abbandonato la spiaggia, soprattutto genitori che avevano figli al seguito e che di fronte a quel lenzuolo bianco che copriva il corpicino del povero dodicenne senegalese, hanno pensato che sarebbe stato preferibile non proseguire la giornata al mare.

La dinamica del tragico episodio è ancora al vaglio degli inquirenti anche se sembra certo che Abdou, che non sapeva nuotare, giocando con i suoi amichetti, si sia spostato nella zona dove la profondità del fondale è di un paio di metri, dove si creano mulinelli che spingono verso il fondo.

Il ragazzino avrebbe cominciato ad annaspare ed è improvvisamente scomparso sotto le acque. Meno probabile la possibilità che nel tuffarsi il dodicenne abbia urtato uno scoglio e battuto con violenza il capo visto che sembra che non vi siano segni di ferite o di traumi sulla testa e sul corpo. Fatto sta che Abdou e i suoi amici, sabato mattina, su quel pontile non avrebbero dovuto esserci perché il transito è interdetto a chiunque non sia autorizzato. La domanda che sorge spontanea anche nei cittadini e nei bagnanti è: “perché quei bimbi erano in un posto vietato e chi deve garantire la sicurezza sulla spiaggia e in mare?”.

Il Comune di Falconara chiarisce in una nota che non è compito degli uffici tecnici, degli operai comunali né dell’Amministrazione sorvegliare quelle strutture che sono controllate da Viva Servizi che ha in carico la manutenzione.

L’azienda che gestisce il servizio idrico in 41 Comuni della provincia di Ancona, tra cui Falconara, e 2 della provincia di Macerata spiega quali sono le sue competenze.

«A Falconara – dice Fabio Lo Savio, portavoce di Viva Servizi – ci sono 4 pontili che sono opere di protezione della condotta fognaria. Viva Servizi si occupa della manutenzione dei pontili. Da alcuni anni per impedire l’accesso a estranei, ai bagnanti e a chi non è autorizzato sono stati chiusi i pontili con cancelli con tanto di lucchetti che possono essere aperti solo dagli addetti di Viva Servizi».

Non basta perché l’azienda è intervenuta anche con altri provvedimenti.

«Abbiamo affisso molti cartelli di divieto di transito per i non autorizzati e di divieto di tuffarsi dai pontili: abbiamo fatto tutto quello che era necessario per garantire la sicurezza. Non vogliamo fare polemiche ma la responsabilità di ciò che accade in spiaggia o in mare non è certo nostra ma di chi è deputato alla sicurezza di bagnanti e cittadini che frequentano il litorale. Siamo molto vicini alla famiglia del povero ragazzo per la tragedia che ha colpito genitori e parenti».

La fatalità ha avuto un ruolo decisivo nella tragedia, e anche Alessandro Filippetti, presidente del Falcomar, il consorzio che riunisce i concessionari delle aree demaniali falconaresi ed è responsabile degli assistenti bagnanti, parla di una tragedia impossibile da prevedere.

«I bagnini di salvataggio hanno fatto appieno il loro dovere – spiega -, hanno svolto il loro compito nella maniera più professionale ed etica possibile. Si sono tuffati immediatamente in mare per cercare di salvare quel ragazzo, sono intervenuti con grande tempestività. Purtroppo la tragedia è figlia della fatalità».

© riproduzione riservata

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