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Falconara Mille km col risciò per l’Italia, la sfida di Claudio e Gloria

«Il nostro obiettivo è quello di sensibilizzare le persone a una mobilità sostenibile e inclusiva con la voglia di metterci in gioco visto che amiamo sfide e avventure»

Falconara – Pensi a un risciò e ti viene in mente il nugolo di ragazzi che si diverte sul lungomare a scorrazzare e divertirsi a bordo di questi velocipedi.

Ma c’è chi su un risciò vuole dimostrare che ci si può muovere, anzi si possono fare 1.000 chilometri, con sentimento e solo con un po’ di tempo a disposizione. È il caso di due fidanzati, il 44enne Claudio Regini e Gloria Antognozzi, che di anni ne ha 32, che sono partiti simbolicamente dal piazzale della Raffineria Api il 27 luglio per un viaggio eco sostenibile che si concluderà dopo 5 settimane, il 1° settembre al Passetto, per omaggiare il Comune di Ancona che ha patrocinato l’evento.

«Il nostro obiettivo è quello di sensibilizzare le persone a una mobilità sostenibile e inclusiva – dicono Claudio e Gloria, che nel frattempo hanno raggiunto pedalando la Marsica e si trovano poco oltre Avezzano – con la voglia di metterci in gioco visto che amiamo sfide e avventure».

Claudio Regini è di Falconara, è ingegnere libero professionista, appassionato di questioni ambientali ed è una persona che ama l’avventura e i viaggi. Nel 2015, con la figlia Maeva, che aveva appena 2 anni, Claudio decise di fare il giro del mondo in barca a vela, salpando da Marina Dorica per giungere in Nuova Zelanda. Un viaggio che durò un anno e mezzo, con diversi mesi trascorsi nel Mediterraneo, toccando Croazia, Grecia, Sicilia, Sardegna, Baleari, sud della Spagna, Gibilterra e Canarie e poi la traversata dell’Atlantico, dopo aver raggiunto i Caraibi e Panama per poi spostarsi sul Pacifico.

Tappa alle Galapagos, le Marchesi, Polinesia, Guinea poi Australia, Oceano Indiano, mar Rosso e di nuovo Mediterraneo. Insomma, Regini non è un neofita delle sfide coraggiose.

Gloria Antognozzi è figlia di genitori sordi. Ma il suo udito fortunatamente è perfetto. Originaria di Monteleone, in provincia di Fermo, è vissuta a Roma, mentre ora abita ad Ancona. Promotrice di inclusione e accessibilità, è docente di Lis (Lingua italiana dei segni) presso l’università di Macerata.

A dividere con loro la prima settimana del viaggio in risciò c’era anche Maeva, la figlia ora undicenne di Claudio.

«Il risciò è opportunamente modificato per renderlo ecosostenibile e autosufficiente – spiega Claudio Regini – ed è in grado di alimentare i suoi motori elettrici con una batteria ricaricabile, tramite pannelli fotovoltaici istallati sul tettino. Stiamo anche documentando il nostro viaggio, incontriamo tante persone che sono molto carine con noi, ci ospitano, ci offrono da mangiare e dormire, alcuni pedalano con noi».

«Nel nostro percorso – continua Gloria – sono incluse varie attività, come alcuni video che traduco nella Lingua otaliana dei segni per la comunità dei sordi, che ha apprezzato l’iniziativa».

Claudio e Gloria non si sono prefissati una meta prestabilita. Vanno dove porta il cuore.

«Sì è vero, abbiamo percorso quasi 500 km, siamo a metà del viaggio e per noi è una questione di sentimenti e di condivisione, per dimostrare che ci si può muovere senza produrre nemmeno un grammo di anidride carbonica. Ho un’anima ecologista – afferma Claudio – installavo pannelli fotovoltaici e la cura dell’ambiente per me è sempre stata una priorità».

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