Cronaca
FALCONARA Querelato dalla madre e ridotto in povertà dopo due assoluzioni
16 Dicembre 2020
L’odissea di un falconarese ha avuto inizio nel 2011 e nonostante sia stato due volte assolto in altrettanti processi non ha avuto alcun risarcimento
FALCONARA, 16 dicembre 2020 – Un uomo prostrato e deluso anche se assolto due volte “per non aver commesso il fatto”, eppure costretto a vivere, come dice lui, «sotto il limite della povertà assoluta».
G.C. è un falconarese amareggiato e addolorato, che decide di scrivere una lettera di quattro pagine, raccontando una storia che fa riflettere anche perché alla base ci sono dissapori pesanti con la madre.
Lui si sente vittima di un sistema che non capisce.
«Sono stato assolto due volte in processi penali – dice – ma mi ritrovo a scontare la pena a vita di vivere in povertà. Nessuno mi ha rimborsato dei danni derivanti dalle ordinanze restrittive emesse durante i due processi e divenute nulle dopo la mia assoluzione».
La storia inizia nel 2011, quando il falconarese fu querelato per “maltrattamenti familiari” dalla madre.
«Avevo solo smesso di pagare le bollette della luce e del telefono e alcune spese di casa, cosa che facevo mentre lavoravo, ma per raggiunti limiti di età a dicembre del 2010 ho trattato la mia fuoriuscita dall’azienda in cui lavoravo e mi servivano almeno alcuni mesi per riprendermi. A quel punto visto che il “bancomat”, che poi ero io, si era esaurito, mia madre mi voleva sbattere fuori di casa e quindi ha intentato la prima causa penale».
«In quel processo venne emessa la prima ordinanza restrittiva nei miei confronti: mi allontanano per 13 mesi dalla casa familiare. In primo grado sono stato condannato a 8 mesi con sospensione della pena, in secondo grado sono stato assolto per non aver commesso il fatto».
Il resto è fatto di liti e accuse tra madre e figlio e la morte causa tumore del padre, che G.C. adorava. [nk_awb awb_type=”image” awb_image=”282404″ awb_image_size=”full” awb_image_background_size=”contain” awb_image_background_position=”50% 50%” awb_parallax=”scroll” awb_parallax_speed=”0.5″ awb_parallax_mobile=”true” awb_styles=” padding-top: 150px; padding-bottom: 150px;” link=”http://www.caprariauto.it” linkdest=”_blank” awb_class=”caprari”][/nk_awb]
C’è un altro processo: nel 2019 l’uomo viene nuovamente allontanato dalla casa di famiglia perché la madre, che per alcuni anni ha vissuto a Chiaravalle, voleva tornare a viverci.
Il 4 giugno 2020 viene nuovamente mandato assolto per non aver commesso il fatto.
«Nel frattempo non ho più un euro, ho elemosinato pasti alla Caritas, mi sono lavato nei bagni pubblici e sono dovuto andare nei centri di volontariato a prendere vestiti e coperte. Non ho commesso nessun reato eppure non ho visto neppure l’ombra di un risarcimento. Che giustizia è mai questa?».
Gianluca Fenucci
©RIPRODUZIONE RISERVATA