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Falconara Questione ambientale, sit-in di protesta al Ministero – Video

Consegnato al Mase un documento riepilogativo delle vicende che hanno caratterizzato il territorio e i Comuni limitrofi, i manifestanti chiedono di fermare il disastro ambientale

FalconaraOltre cento persone da Falconara, Ancona, Jesi e dal territorio, ieri sono partite in pullman e in auto per arrivare a Roma e consegnare al Mase, il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, un documento riepilogativo delle vicende che hanno caratterizzato la questione ambientale a Falconara e nei centri limitrofi.

La delegazione partita da Falconara ha incontrato il dott. Fabio Tancredi, vice capo Gabinetto del Ministero.

«Il dott. Tancredi – spiega Roberto Cenci, rappresentante del movimento #fermiamoilDisastroambientale – ci ha ascoltato con serenità e molta attenzione e ha convenuto con noi su diversi punti. Chiediamo risposte chiare perché funzionari e politici ci devono dire da che parte stanno rispetto alla necessità di fermare il disastro ambientale accertato a Falconara dai Carabinieri del Noe di Ancona e dai periti incaricati dalla Procura della Repubblica di Ancona, la quale, con l’inchiesta Oro nero ha avanzato reati di estrema gravità, tra cui quello di disastro ambientale commesso ai danni del nostro territorio, cioè l’alterazione quasi irreversibile delle sue matrici ambientali: contaminazione di aria, suolo, sottosuolo, acque marine e di falda. Nessuno può più negare la criticità e gravità delle condizioni sanitarie e ambientali a cui sono esposte le persone del nostro territorio».

La manifestazione di ieri a Roma si è svolta in un clima comunque sereno e civile anche se il bersaglio delle accuse dei manifestanti è stato proprio il Ministero.

«Ci chiediamo perché il Mase – afferma Valentina Giuliodori dell’Ambasciata dei Diritti delle Marche – non si sia costituito parte civile nel procedimento che riguarda il disastro ambientale nel nostro territorio».

Secondo i rappresentanti dei comitati e delle associazioni coinvolte nella manifestazione romana «servirebbero provvedimenti urgenti ed eccezionali: sospensioni temporanee degli impianti, progressiva dismissione delle attività inquinanti, misure di risarcimento verso la cittadinanza che tutelino i lavoratori, bonifiche pubbliche e private».

«E invece – continua Cenci – dobbiamo quotidianamente constatare l’inconcludenza e l’inerzia della politica degli annunci dei tavoli tecnici e istituzionali, convocati spesso solo all’apice delle proteste, la cronica insufficienza e carenza dei sistemi di controllo e monitoraggio degli enti pubblici, il ritardo e le lacune inaccettabili dei programmi di bonifica. Abbiamo voluto dare continuità a tanti anni di battaglie a favore dei territori che subiscono aggressioni all’ambiente e alla salute delle persone. Abbiamo portato al Ministro evidenze precise, documenti che testimoniano la poca attenzione verso il nostro territorio e le problematiche e i mancati interventi che il Ministero avrebbe dovuto fare».

Secondo i manifestanti il Ministero avrebbe dovuto vigilare maggiormente sulla manutenzione in raffineria senza offrire proroghe o deroghe.

«Gli interventi che avrebbero dovuto essere eseguiti – conclude Cenci – li abbiamo riepilogati nel documento consegnato al Ministero e contiamo che i funzionari e il Ministro li studino approfonditamente: c’è di mezzo la qualità della vita delle persone».

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