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Falconara Tutti dicono “no” al Cpr ma la polemica è rovente

La sindaca Stefania Signorini annuncia battaglia contro l’attivazione di un Centro permanente per il rimpatrio mentre opposizioni e sindacati attaccano la Regione e l’Amministrazione comunale chiedendo trasparenza e confronto

Falconara – Tutti dicono no alla costruzione di un Centro permanenza per il rimpatrio, Cpr, a Falconara, presso l’area dell’ex aeronautica militare davanti all’ex Hotel Avion.

Eppure le polemiche diventano roventi perché da una parte c’è la sindaca Stefania Signorini che preannuncia battaglia affinché la struttura non venga realizzata e dice di non essere stata messa a conoscenza della costruzione del Centro e dall’altra ci sono le opposizioni che incolpano della decisione proprio il presidente della Regione Francesco Acquaroli e l’Amministrazione comunale, con i sindacati che si dicono anche loro contrari.

A dar fuoco alle polveri è Chantal Bomprezzi, segretaria regionale del Pd, che esprime preoccupazione e indignazione.

«Ancora una volta – sostiene – il Presidente della Regione dimostra di essere incapace di governare, restando sottomesso alle decisioni del Governo senza nemmeno essere informato in tempo reale delle scelte che ricadono sul territorio che amministra. Il Cpr di Falconara è l’ennesimo esempio della mancanza di progettualità e visione da parte della Giunta regionale. Non solo viene scaricato un problema complesso sulle spalle di una comunità che già ospita infrastrutture importanti e problematiche, ma lo si fa senza alcun coinvolgimento delle istituzioni locali e regionali, che oggi dichiarano di non saperne nulla. Acquaroli, a quanto pare, non sapeva nemmeno che si stavano avviando i lavori, altro che filiera».

Anche il consigliere regionale Pd, il falconarese Antonio Mastrovincenzo, si allinea alla Bomprezzi e anticipa di aver presentato un’interrogazione per «chiedere ad Acquaroli di opporsi a questa decisione inaccettabile». Per Cgil, Cisl e Uil, «il Cpr non è una buona soluzione, né a Falconara né altrove».

«In Italia – sostengono i sindacati – questi centri sono luoghi degradanti, caratterizzati da continue rivolte, atti di autolesionismo, suicidi, quotidiane vessazioni e abusi, tutti ampiamente documentati. Queste strutture risultano inadeguate, sia dal punto di vista strutturale che funzionale, a garantire il rispetto dei diritti fondamentali, oltre a essere molto dispendiose, si stima infatti il costo di 50 euro al giorno per ogni persona detenuta».

I sindacati ritengono necessario un tavolo di confronto tra le istituzioni e le associazioni che operano nel settore. Attacca la Sindaca e la Giunta anche Marco Baldassini, consigliere comunale di opposizione, che arriva a chiedere le dimissioni di Stefania Signorini.

«Come si fa – chiede provocatoriamente Baldassini – a credere davvero al fatto che la Sindaca non sapesse nulla del Cpr quando se ne parla dal 2017 con il sindaco Goffredo Brandoni?».

La sindaca Signorini però conferma la sua posizione.

«Non sono contraria ad accogliere persone in fuga dalla guerra o dalla miseria: Falconara ha sempre dato prova di grande solidarietà ma questo è un caso diverso. Oltre a essere contraria a un ulteriore carico di criticità sul nostro territorio, non vedo a Falconara strutture adeguate per ospitare un Centro di permanenza per i rimpatri e anche l’amministratore delegato del Sanzio, Alex D’Orsogna, con il quale mi sono confrontata, condivide con me l’assoluta contrarietà alla creazione di un Cpr nelle aree circostanti all’aeroporto».

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