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Tendenze

Italiani all’estero Rientrare in Italia costa il 30% in più

Non più un fenomeno casuale o sporadico, ma sempre più spesso una tendenza consolidata e in molti casi – purtroppo – una necessità: andare all’estero è diventata la norma e non più l’eccezione, con buona pace di chi prova spesso invano a fermare il fenomeno emigratorio. Secondo i dati Istat, tra il 2002 e il 2021 gli italiani che hanno lasciato il nostro Paese per trasferirsi all’estero sono stati circa 1.4 milioni, in media oltre 71 mila ogni anno: l’andamento degli espatri ha avuto un andamento crescente, in modo particolare tra il 2011 e il 2020, con il picco di 122 mila persone che hanno lasciato l’Italia nel 2019. È possibile comunque che questi dati siano sottostimati: per sapere quante persone hanno lasciato l’Italia, l’Istat si basa sulle cancellazioni anagrafiche nei comuni. Chi si trasferisce all’estero sarebbe infatti obbligato a iscriversi all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (Aire), venendo cancellato dai registri anagrafici comunali, ma non sempre questo obbligo viene rispettato – di conseguenza, secondo i dati più recenti, aggiornati al 1° gennaio 2022 (vecchi sì, ma che hanno un alto grado di affidabilità in quanto somma frutto di aggregazione), il numero di cittadini italiani residenti all’estero è di 5.933.418. Andiamo a scoprire un po’ nel dettaglio che tipologia di persone sono.

L’identikit dell’Expat: giovane e (molto) scolarizzato

Su quali tipologie di persone avviene quindi la principale ricaduta di tale fenomeno?  Innanzitutto guardiamo alla fascia d’età: 18-34 quella che più di frequente decide di compiere questa scelta, proprio perché per questa generazione sembra non esserci spazio di manovra. La distribuzione per sessi vede una prevalenza degli uomini, che ci aggira attorno a circa il 55%, con il dato delle donne in continua risalita negli ultimi anni e che ha raggiunto il 45%. A livello di collocazione geografica poi, il 46.5% parte dal sud e dalle isole, il 15.8% dal centro Italia e il restante 37.8% dalle regioni settentrionali del nostro Paese. Insomma, rientrare con voli sia su Milano, che su Napoli, Roma o Palermo quindi per questa generazioni di lavoratori/studenti che vanno all’estero, diventa un vero e proprio bene di prima necessità. Per provare a bypassare almeno in parte il problema del caro voli, come soluzione di può decidere di optare per una VPN per l’Italia: cercare voli con questo sistema è probabilmente il metodo più affidabile, visto che essa nasconde le informazioni che le compagnie aeree utilizzano per personalizzare i prezzi – come ad esempio il tuo indirizzo IP. Inoltre, crittografa il tuo traffico Internet, impedendo a terzi di vedere le tue attività online ed evitando la profilazione basata su dati e comportamenti. Questo fa sì che tutte le volte che noi cerchiamo di acquistare un biglietto, le nostre abitudini incidano sull’offerta che ci viene proposta – mentre con la VPN i siti delle compagnie aeree non riescono ad avere questo riferimento.

Costo dei biglietti aerei: gli aumenti sono sempre in doppia cifra (come minimo)

Detto questo, qual è in generale l’entità dei rincari sul costo dei voli? Guardando allo scorso anno, per quel che riguarda le tratte internazionali, il ritorno ai costi pre-pandemia si è verificato sei mesi prima rispetto alle rotte interne italiane: la tariffa media per il 2023 è stata di 80,5 euro a tratta, segnando un aumento del 32% rispetto al 2022 e del 4% rispetto al 2019. L’anno si è diviso in due fasi: nei primi sei mesi, le tariffe sono state in calo rispetto allo stesso periodo del 2019, ad eccezione di maggio. Da luglio in poi, invece, i costi sono stati costantemente superiori rispetto a quattro anni prima, con un picco del 36% a dicembre. Un’eccezione particolare si è registrata a ottobre, quando i prezzi sono aumentati sia sulle rotte nazionali sia su quelle internazionali, rispettivamente del 48% e del 132% rispetto al 2022. Insomma, provare a risparmiare qualcosa utilizzando la VPN può davvero tornare utile.

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