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Cronaca

Jesi Adescato sui social, dall’amore alla richiesta estorsiva di tanto denaro

Nella trappola un 26enne jesino che dopo una videochiamata “intima” s’è visto costretto a mettere mano al portafoglio per non vedere diffuso il proprio nudo, il contatto non era una donna, estetista di Macerata, ma un 27enne della Guinea con precedenti per truffa e false attestazioni

Jesi – In seguito a una articolata attività investigativa, personale di polizia giudiziaria del Commissariato deferiva all’Autorità giudiziaria competente un 27enne della Guinea per il reato di estorsione

Nel mese di luglio scorso un giovane jesino 26enne, titolare di un profilo instagram, riferiva in sede di querela che, alcuni mesi prima, iniziava uno scambio di messaggistica col profilo di una ragazza la quale diceva di vivere in provincia di Macerata, di professione estetista.

La loro conversazione continuava tramite telegram. Più passava il tempo e più i due si trovavano in sintonia, decidendo di comune accordo di farsi una videochiamata mostrandosi nella loro intimità. Tuttavia, alcuni istanti dopo, la videochiamata si interrompeva e il giovane iniziava a ricevere una serie di messaggi dal chiaro contenuto minatorio: «Se mi blocchi ti giuro che inizio a mandare il tuo video nudo a tutti i tuoi amici».

Poi i messaggi cambiavano tono avanzando, l’altra parte, richieste estorsive «….mio figlio è ammalato in ospedale, il medico mi ha chiesto 7.850 euro per salvarlo, quanti soldi puoi mandarmi ora? ed io cancello tutto… non scherzo! ».

Il giovane, preoccupato dalle minacce ricevute, si mostrava disponibile a versare la somma di 400 euro. Per tutta risposta, l’altra parte, ancora più rabbiosa, perseverava nella richiesta di soldi non potendo risolvere alcunché con soli 400 euro.

Dopo le assillanti richieste e minacce il giovane si determinava a pagare la somma di 1.100 euro. Effettuava così il pagamento di 900 euro tramite paypal mentre per la restante somma di 200 euro, come richiesto, avrebbe dovuto effettuare un bonifico su di un iban.

Nonostante l’avvenuto versamento, l’utente sconosciuta continuava a chiedergli altri soldi ricevendo risposta negativa, non essendo più il giovane in condizioni di procurarsi altro denaro. Gli accertamenti espletati dagli investigatori, all’indomani della denuncia, consentivano di risalire all’intestatario dell’iban legato a un conto corrente nel quale era confluita la somma di denaro di 200 euro, un 27enne della Guinea con precedenti per truffa e false attestazioni.

Il conto risultava essere stato aperto presso una filiale di Arezzo utilizzando il permesso di soggiorno regolare, dunque un’identità certa. Pertanto il 27enne veniva deferito all’Autorità giudiziaria competente per estorsione.                                                

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