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Cronaca

Jesi Amazon: Rfi disponibile al confronto per la fermata ferroviaria

Il responsabile sviluppo infrastruttura centro sud, Roberto Laghezza: «Pronti alle interlocuzioni, serve un’attenta analisi della mobilità dei viaggiatori, l’Interporto è tra le priorità di investimento»

Jesi – Si è parlato di intermodalità, di sviluppo economico del territorio, di lavoro, mobilità sostenibile e integrazione sociale, al convegno pubblico organizzato dalle tre forze civiche dell’opposizione cittadina, JesiAmo, Patto X Jesi e Per Jesi, dal titolo “Amazon: un’occasione per riprogettare il territorio”.

Ospiti importanti sono intervenuti per portare il loro contributo su un tema che, se da un lato risveglia prospettive di crescita e speranza per un’evoluzione del territorio, dall’altro suscita non poche preoccupazioni dal punto di vista logistico, infrastrutturale e sociale.

Tra gli ospiti, l’ex sindaco Massimo Bacci che ha raccontato tutte le tappe di una vicenda, quella dell’insediamento di Amazon all’interporto Marche, connotata da difficoltà e battute d’arresto ma anche dall’ottimismo e dalla volontà di tutte le forze istituzionali di portare a casa il risultato finale e concludere con un lieto fine il lungo processo di gestazione la cui tappa conclusiva, cioè l’effettiva firma del contratto, è stata suggellata poco dopo l’insediamento della nuova Amministrazione comunale.

«Un progetto in cui ho creduto da subito pensando che potesse rilanciare l’economia del territorio, creare occasioni di lavoro, non solo per gli oltre 1.000 posti disponibili ma anche per l’indotto, dare il via allo sviluppo del settore della logistica nel nostro territorio», ha detto Massimo Bacci.

Adesso c’è la necessità di fare rete, aprire un tavolo di confronto per accogliere al meglio l’arrivo di Amazon alla Coppetella e di tradurre in azione le progettualità sul piatto è emerso da tutti gli interventi, da quello del presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, dal neoeletto europarlamentare Carlo Ciccioli, dal presidente della Provincia di Ancona, Daniele Carnevali, dal sindaco Lorenzo Fiordelmondo e dal presidente di Interporto, Massimo Stronati.

«Un tema che riguarda non solo la nostra città ma anche tutto il territorio, che apre una serie di questioni da affrontare: la transizione ecologica, il lavoro, la mobilità e le infrastrutture, il piano di sviluppo di Interporto e l’intermodalità, per aumentare il trasporto su rotaia e diminuire quello su gomma», ha sottolineato il sindaco Lorenzo Fiordelmondo, rivolgendosi a Roberto Laghezza, responsabile sviluppo infrastruttura centro sud di Rfi, per fare il punto sulla possibilità di aprire una fermata ferroviaria all’interno di Interporto.

«Per la fermata diamo massima disponibilità ad aprire le interlocuzioni con le istituzioni del territorio – ha risposto Roberto Laghezza -, ma il procedimento va affrontato con un’attenta analisi della mobilità dei viaggiatori e del bacino di utenza. La mobilità del viaggiatore è efficace se intermodale e se le diverse modalità di spostamento da casa all’ufficio, su auto propria, con la mobilità pubblica e su rotaia, possono integrarsi».

«Rfi ha messo in campo investimenti importanti per favorire l’intermodalità e di sicuro l’Interporto Marche è tra le priorità di investimento, essendo collegato con la via adriatica. Sul versante merci abbiamo già la possibilità di caricare i camion sui vagoni merci e inviarli nell’Europa centrale. Stiamo ampliando queste opportunità allungando i treni e i binari. Su Jesi abbiamo fatto un investimento importante anche sulla stazione ferroviaria della città, che prevede la riqualificazione del fabbricato, del sottopassaggio e del collegamento con il parcheggio. Siamo aperti a cogliere tutte le occasioni di sviluppo».

«L’intermodalità è la prossima sfida di Interporto – ha sottolineato Massimo Stronati – prima di tutto dobbiamo mettere a sistema gli operatori che sono già presenti e coniugarli con l’arrivo di Amazon. Poi pensare ai progetti di sviluppo, come la costituzione di una comunità energetica per l’ecosostenibilità, la ristrutturazione di piazzole e strade, l’investimento in servizi come l’allestimento di un albergo scambiatore e di un punto per la ristorazione».

«Altra sfida importante sarà la realizzazione di un impianto di distribuzione dell’idrogeno. Abbiamo già visionato alcuni impianti presenti in Europa, sarà un investimento per il futuro prossimo se consideriamo che in America, entro il 2026, il 30% dei mezzi Amazon andrà a idrogeno».

Il tema dell’intermodalità è stato approfondito nel corso del convegno anche grazie all’intervento tecnico di Anna Masutti, docente all’Università di Bologna, che di professione segue proprio le infrastrutture e i trasporti.

L’altolà lanciato dall’intervento del presidente Istao, Mario Baldassarri, ex viceministro delle infrastrutture e dei trasporti, ha riportato a terra la platea, sottolineando il pericolo che Amazon possa diventare «una cattedrale nel deserto se non si ipotizza un forte investimento nelle infrastrutture, soprattutto ora che il baricentro economico in Europa si è spostato sul Mediterraneo».

«Amazon ha scelto questa postazione perché strategica per il centro Italia e per il collegamento con la via Adriatica ma senza l’alta velocità Bologna-Bari, con l’autostrada incompleta e con la linea Orte-Falconara a un solo binario, il rischio è di non riuscire a cogliere appieno questa opportunità di sviluppo e le prossime che si possono presentare dopo Amazon».

«Una novità importante – l’arrivo di Amazon – che nasce intorno a 3 infrastrutture, porto aeroporto e ferrovia, che non sono al massimo delle loro potenzialità, a partire dal porto di Ancona, dobbiamo lavorare per questo, fare investimenti per essere competitivi», ha sottolineato Francesco Acquaroli che sull’intermodalità e gli spostamenti dei futuri dipendenti Amazon ha aggiunto: «Dobbiamo conoscere quanti saranno, da dove arrivano e quali mezzi intendono utilizzare per lo spostamento. Solo con informazioni precise possiamo metterci intorno a un tavolo».

Poi lo spaccato su un assetto sociale che cambierà con l’arrivo del mega hub, grazie all’intervento del sociologo Massimiliano Colombi che ha posto l’attenzione su tematiche da affrontare, come l’integrazione dei nuovi lavoratori che arriveranno, il cambio di abitudini di lavoro, l’esigenza di introdurre ulteriori servizi con l’aumento della popolazione, evidenziando anche i punti di forza di un datore di lavoro come Amazon.

«L’attenzione maniacale della sicurezza sul lavoro per i dipendenti, gli ambienti di lavoro innovativi e all’avanguardia, gli investimenti nella qualità della vita dei dipendenti».

Non è mancato il ringraziamento di Francesco Acquaroli a quelli che più di tutti hanno reso possibile l’insediamento di Amazon: il nuovo Consiglio di Amministrazione di Interporto – composto da Roberto Stronati, Roberta Fileni e Gilberto Gasparoni – e l’ex sindaco Massimo Bacci «che ha dimostrato di crederci con dedizione profonda, mettendo un impegno e una volontà fuori dal comune anche nei momenti più bui».

Poi il commento di Carlo Ciccioli, il primo da europarlamentare: «L’Italia si candida ad avere un ruolo centrale nello smistamento della logistica. Siamo chiamati a cogliere la sfida dello sviluppo economico del nostro territorio, pur mantenendo intatta la qualità della vita che ci contraddistingue».

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