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Cronaca

Jesi Attività e locali del centro delusi: «E la chiamano JesiEstate…»

Secondo Jesi Città da Vivere e Jesi Centro «la città ha perso attrattività» e non intravedono neanche prospettive future, «non sentiamo nessuno da febbraio», la “Lettera a Jesi”

Jesi – «I turisti sono almeno la metà in meno rispetto allo scorso anno», «quando abbiamo visto il programma di Jesi Estate ci si è accapponata la pelle».

Ed ancora: «Jesi ha perso l’attrattività sia per i paesi della Vallesina che per gli jesini stessi».

Sono solo alcuni dei messaggi di disagio e quasi di disperazione lanciati con una eloquente Lettera a Jesi dalle associazioni, che raccolgono attività e locali, Jesi città da Vivere (che conta 16 aderenti) e Jesi Centro (almeno 70) che si sentono abbandonate a loro stesse dal Comune.

I rappresentati delle due Associazioni cittadine hanno lanciato il proprio grido d’allarme nel corso di una conferenza stampa tenutasi stamattina presso la terrazza del Circolo Cittadino, durante la quale hanno letto una loro nota, che è stata anche inviata e fatta protocollare in Municipio.

A parlare a nome di tutti sono stati i portavoce: Mirco Cellottini (Bar Imperiale e Dietro Le Quinte) e Lorenzo Rosini (Corso Piccolo Caffè) di Jesi Città da Vivere ed Edoardo Granini dell’Associazione Esercenti, nonchè neo presidente di Jesi Centro.

Un’immagine di corso Matteotti, semivuoto

«Sempre più saracinesche si stanno abbassando – recita il passaggio che meglio riassume le istanze e le lamentele contenute nel comunicato degli esercenti -, i locali sopravvivono solo grazie alle proprie risorse in un habitat assolutamente privo di agevolazioni economiche e l’intrattenimento non è all’altezza di ciò che Jesi ha sempre rappresentato».

«Nulla di politico, noi non siamo schierati – sottolineano i rappresentanti dei due gruppi di esercenti -, come dimostra il fatto che la critica che muoviamo a questa Giunta è la stessa che muovevamo anche alla precedente».

ll riferimento è alla totale mancanza di attenzione riservata sia prima che adesso, «al di là dei buoni propositi espressici in campagna elettorale», all’importante progetto di branding territoriale, «che si componeva di una sezione analitica complessa e di un’altra che si basava su proposte di sviluppo turistico della città», elaborato con la collaborazione delle Università di Urbino e Ascoli Piceno.

«Su quali presupposti – si chiedono Jesi Città Da Vivere e Jesi Centro – questo progetto nato dal basso è stato messo in archivio a favore di nuovi progetti decisi solo dalla politica?».

In effetti, quello del mancato ascolto è uno dei temi più ricorrenti tra quelli reclamati dai rappresentanti della categoria.

«Al termine dell’estate 2023 – scrivono – fu redatto un documento da parte di Jesi Città da Vivere, Jesi Centro e Coordinamento Esercenti Turismo e Cultura, condiviso e letto alla presenza di Sindaco e assessori. In questo documento si era esternata la delusione per un’estate non all’altezza».

Poi l’incontro con i rappresentati dell’Amministrazione, febbraio 2024, in cui le stesse Associazioni avevano auspicato «un’estate 2024 di livello», ma ad oggi «non si può che constatare che il programma di Jesi Estate 2024 sia assolutamente insufficiente per interessare e coinvolgere la cittadinanza … solo promesse».

Il termometro di come vi sia scarso interesse per incentivare turisti e locali a frequentare il centro, lo si vedrebbe anche dalla scarsa attenzione riservata agli impianti di sollevamento «spesso chiusi o guasti, senza parlare dell’anno e mezzo per realizzare l’ascensore dal Mercato delle Erbe al centro, una cosa mai vista».

Infine, i due gruppi di esercenti hanno provocatoriamente lanciato una serie di quesiti rivolti alla Giunta Fiordelmondo.

«Cosa verrà proposto per promuovere il turismo in città? Sarà possibile organizzare una Festa del Verdicchio? Cosa ci si deve aspettare da questo Natale? Perché il cinema all’aperto non può essere più organizzato nel parcheggio dell’Appannaggio? Perché il centro storico deve essere trasformato in dormitorio per residenti?».

Sono solo le principali, per le quali i delegati dicono di «attendere risposta, ma visto l’atteggiamento riscontrato fin qui, con poche speranze».

La Lettera a Jesi completa (clicca qui)

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