Cronaca
JESI Bambini e mascherine: uscire protetti
5 Maggio 2020
Il dialogo e l’incoraggiamento, nonché il buon esempio degli adulti, la chiave consigliata dagli esperti per affrontare la Fase 2
JESI, 5 maggio 2020 – Hanno imparato a lavarsi le mani spesso, a starnutire nel gomito e adesso dovranno imparare anche a uscire indossando la mascherina.
Spesso dimenticati, i bambini stanno vivendo in casa dall’inizio della pandemia. Fondamentale per il contenimento dei contagi si è rivelato il rispetto delle misure restrittive e, soprattutto, del distanziamento sociale. Ora che è possibile effettuare degli spostamenti per rivedere i congiunti, anche i più piccoli dovranno indossare la mascherina. Tranne quelli con meno di 2 anni, chi ha difficoltà respiratorie e chi è incapace di rimuoverla da solo.
Il mercato si è già mosso con protezioni delle vie respiratorie colorate e accattivanti per loro che, però, nelle dimensioni generali di 12×15 cm – mentre per un adulto si va ai 15×30 cm – debbono sempre essere aderenti al volto, coprendo naso e bocca.
Anche il commissario straordinario all’emergenza, Domenico Arcuri, aveva mostrato dei prototipi ed evidenziato come far crescere nei piccoli la consapevolezza dell’importanza dei dispositivi di protezione e del distanziamento sociale in vista del rientro a scuola. Può capitare però che questo non basti a convincerli, perciò è importante mostrare loro come proteggere se stessi e le persone che hanno vicino.
Il dialogo e l’incoraggiamento, nonché il buon esempio degli adulti, proprio come avvenuto nella prima fase dell’emergenza, è la chiave consigliata dagli esperti per affrontare la Fase 2. Fondamentale dunque in questo momento non abbassare la guardia. Facendole indossare sempre là dove ci potrebbero essere problemi a mantenere la distanza di sicurezza: negozi, farmacie, dal medico, luoghi pubblici al chiuso. Quando si gioca all’aperto si potrebbe non indossarla ma sempre considerando di mantenere la distanza di sicurezza con gli altri. Il che, proprio perché si sta giocando, non è semplice.
«Questo dato straordinariamente positivo sulla non criticità dei pazienti in età infantile e adolescenziale che caratterizza l’epidemia in Italia – aveva detto il presidente della Società Italiana di Pediatria Alberto Villani, in occasione della conferenza stampa della Protezione Civile l’11 aprile scorso – è il frutto dell’eccellente gestione delle misure di contenimento, della “specificità pediatrica” e della qualità del percorso nascita nel nostro Paese».
(e.d.)
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