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Cronaca

Jesi Bambino salvato dal fiume, il Sindaco ringrazia Marinella De Pasquale

Raggiunta dalla telefonata di Lorenzo Fiordelmondo, era intervenuta tempestivamente in soccorso del dodicenne caduto con la bici nell’Esino in piena: «E’ andato tutto per il meglio, questa è la sola cosa importante»

JesiMarinella De Pasquale è stata contattata telefonicamente dal sindaco Lorenzo Fiordelmondo.

La donna jesina giovedì scorso non ci ha pensato due volte a rispondere alle grida di aiuto di un ragazzino di 12 anni finito con la bici nel fiume Esino mentre attraversava la ciclabile che passa sotto il Ponte San Carlo, in compagnia del fratellino di 6 anni.

Parole di ringraziamento quelle che il primo cittadino le ha rivolto per aver affrontato una prova di coraggio ma anche di resistenza fisica cercando di tenere ancorato alla riva il ragazzino stringendogli le mani, prima con entrambe poi con una soltanto per prendere con l’altra il cellulare e chiamare i soccorsi.

«Quel punto del fiume è poco frequentato – ha spiegato Marinella De Pasquale – ringrazio Dio di essere passata da quelle parti proprio in quel momento, mi sono chiesta più volte come avrebbero fatto quei due ragazzini se nessuno li avesse sentiti e soccorsi. Io ero uscita per una passeggiata perché abito nelle vicinanze e volevo controllare se il fiume avesse fatto dei danni».

«Vivo qui da 30 anni e sono innamorata di questo posto, ma so bene che il fiume in piena può fare brutti scherzi e che in diversi punti le frane sono frequenti perché il terreno è argilloso e fragile. Proprio come il punto dove si trovavano i due ragazzini».

E’ stato a causa della frana del terreno che il ragazzino dodicenne, il quale pedalava lungo la pista ciclabile proveniente da via Esino, è finito con la bici dentro al fiume. Dietro di lui il fratellino di 6 anni, rimasto illeso, che lo guardava impotente dalla riva. La donna che passeggiando con il cane aveva notato la frana nella pista, aveva fatto un giro più lungo per controllare il fiume e se ci fossero altri danni dovuti alla pioggia dei giorni precedenti. Giovedì tra l’altro è stato il giorno del massimo della piena per l’Esino.

«Mentre tornavo indietro ho sentito delle urla – ha raccontato la donna -. Inizialmente ho visto solo il bambino più piccolo in piedi, immobile vicino alla riva, poi guardando meglio ho scorso anche l’altro, più grande, che era finito nel fiume, si era aggrappato alle sterpaglie e urlava disperato».

«Sono scesa per cercare di aiutarlo, appena gli ho afferrato le mani ha cominciato a gridare di non lasciarlo, era terrorizzato. Soprattutto perché se provava a puntare i piedi per darsi la spinta e uscire, il terreno era scivoloso e franava sotto di lui. Si è spaventato ancora di più. Io non riuscivo a tirarlo su da sola. Così ho lasciato una delle sue mani per prendere il telefono e chiamare il 112».

«Nel frattempo, dopo la telefonata, ho visto passare un ragazzo cinese e ho provato a chiedergli aiuto, anche se non capiva l’italiano è sceso ad aiutarmi. Insieme siamo riusciti a tirare su il ragazzo».

Anche il sindaco Lorenzo Fiordelmondo nella telefonata intercorsa si è informato sulla frana e sui punti critici del fiume, dove l’Amministrazione comunale sta effettuando sopralluoghi in questi giorni.

«Il Sindaco ci teneva a ringraziarmi e a sapere da dove venissero i fratellini e come erano finiti lì. Io non conosco la dinamica dei fatti prima di averli visti chiedere aiuto, sono contenta che tutto sia andato bene. Quando ho accompagnato i bambini al piazzale, dove sarebbero arrivati i soccorsi, il più piccolo era ancora sotto shock, non è riuscito neanche ad allontanarsi dalla riva quando gli ho chiesto di stare più indietro per sicurezza».

«Il più grande era bagnato fradicio e sporco di fango. ho cercato di coprirlo col mio k-way, lui è rimasto sempre lucido. Quando era in salvo mi ha dato anche il numero del papà e abbiamo provato a chiamarlo. Poi sono arrivati i sanitari del 118 a prendersi cura di loro. Più volte ho pensato a tutti i rischi che potevamo correre se la sponda fosse franata ancora o se la piena fosse aumentata. Ma in quei momenti non pensi a queste cose, volevo solo salvarlo».

«E’ andato tutto per il meglio, questa è la sola cosa importante».

Un esempio di altruismo – condiviso con l’altro ragazzo – che merita, comunque, anche un pubblico elogio.

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