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Cronaca

Jesi Bocchini attacca sul ponte, Melappioni respinge al mittente

Il presidente di Confindustria Ancona riapre le polemiche «da privato cittadino» contro l’Amministrazione comunale, stavolta sulle tempistiche di ricostruzione riferite e ritrattate, e l’assessora: «Dubbi pretestuosi»

JesiSembrava una diatriba placatasi con l’adesione di Confindustria al tavolo di lavoro indetto per l’impianto Edison, che si è tenuto ieri pomeriggio, quella che ha visto protagonista nelle scorse settimane il presidente di Confindustria Ancona, Pierluigi Bocchini, contro l’Amministrazione comunale, nata con l’abbandono dell’Associazione dal tavolo per lo sviluppo economico, poi passata alle considerazioni sulla pericolosità della piattaforma rifiuti Edison alla Zipa e su altre tematiche care alla città, come la viabilità.

Però l’occhio critico di Pierluigi Bocchini si è scagliato contro un’altra opera pubblica portata avanti dall’Amministrazione comunale, Ponte San Carlo e i ritardi nella consegna: sotto accusa l’assessora ai Lavori pubblici Valeria Melappioni, colpevole, a quanto riportato dal presidente, di aver fornito tempistiche erronee dei lavori, e non solo.

«Il 9 maggio l’assessore ai Lavori pubblici confermava il cronoprogramma per il rifacimento di ponte San Carlo – ha scritto il presidente di Confindustria Ancona sul suo profilo social, precisando che il suo commento è da privato cittadino -. Il 6 giugno, a meno di un mese dal precedente annuncio, lo stesso assessore, affiancato dal Sindaco, annuncia in un incontro pubblico lo slittamento di 4 mesi».

«In un mondo normale di appalti tra un committente privato e un’impresa esecutrice, in parecchi sarebbero già stati mandati a casa. Qualcuno avrebbe già calcolato i danni da riconoscere a chi non potrà usufruire nei tempi contrattualmente previsti, di un’opera fondamentale della viabilità cittadina».

«Ma soprattutto mi domando: secondo voi il responsabile del cronoprogramma di un cantiere, che comunica di essere nei tempi a 4 mesi dalla consegna dei lavori per poi comunicare un ritardo di 4 mesi, dopo 20 giorni, può continuare a fare questo lavoro?».

E l’assessora Valeria Melappioni ha risposto a stretto giro. Rilanciando pure.

«Possiamo entrare nel merito del tutto, e per questo siamo soliti organizzare incontri pubblici, ma ritengo necessario e prioritario guardare avanti, solidi e solidali su un obiettivo comune di tutta la città. Non so come mai proprio nel momento in cui il lavoro di complessità di una grande opera pubblica come poche altre nella storia della nostra Jesi, procede con evidenza, si vada a ricercare un ragionamento a posteriori che tende a solleticare polemiche e senso di sfiducia».

«Il lavoro del ponte è costantemente e tenacemente seguito dal Sindaco, da me in persona e dalle grandi competenze dei nostri uffici tecnici. Con tanta serietà svolgo il mio ruolo, credendo di avere un grande onore nell’essere al servizio dei nostri beni comuni e una grande responsabilità che mai mi abbandona in tutte le scelte che sono chiamata a fare».

«Invito Bocchini e chiunque altro privato cittadino a contattarmi se l’obiettivo è capire, approfondire, per confrontarsi con le nostre competenze, visioni e complessità quotidiane, per poter appurare che le situazioni dei nostri cantieri e delle procedure pubbliche (ben diverse dalle operazioni di un privato) sono orgogliosamente e pienamente monitorate e governate».

«Ho dubbi che il dialogare (che dialogo non è) per post sui social sia il metodo corretto per occuparsi della cosa pubblica; sicuramente più facile ma mi sembra che così si tenda soltanto a rinunciare all’approfondimento che la complessità richiede. I lavori pubblici, opere articolate – non solo per questioni tecniche ma anche sociali e procedurali per assicurare qualità e trasparenza nella spesa dei soldi di tutti noi – non hanno bisogno di dubbi pretestuosi che instillano soltanto sfiducia nella pubblica Amministrazione, in chi amministra e nel lavoro dei nostri tecnici».

«Hanno invece sì bisogno di attenzione, interesse e coinvolgimento propositivo di tutti i cittadini e cittadine perché ogni spazio pubblico può incidere o meno sulla nostra qualità di vita. E non smetteremo mai di sollecitare questo invito».

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