Cronaca
Jesi Calo delle nascite ma al “Carlo Urbani” il trend è in crescita costante
13 Aprile 2023
Il dott. Gianluca Grechi, direttore di Ostetricia e Ginecologia: «Nel 2022 i nati sono stati 901 e quest’anno il reparto punta a raggiungere quota 1.000, se abbiamo raggiunto bei risultati e siamo apprezzati dalle mamme è grazie all’impegno di tutti»
di Tiziana Fenucci
Jesi, 13 aprile 2023 – In un panorama nazionale che registra il dato storico di natalità più basso dall’Unità d’Italia, il Centro nascita dell’ospedale “Carlo Urbani“, diretto dal dott. Gianluca Grechi, viaggia in controtendenza e attesta un trend positivo, di incremento costante delle nascite, anno dopo anno.
Un fiore all’occhiello per la sanità marchigiana, con uno staff composto da 8 dirigenti medici, 1 direttore, 25 ostetriche, 3 infermiere e 4 Oss. Un gruppo in cui regna spirito di collaborazione e lavoro di squadra.
«Se le donne ci scelgono come luogo per dare alla luce i propri figli il merito va all’impegno di tutti. Il nostro punto di forza è valorizzare la relazione empatica con le pazienti e farle sentire a casa», così presenta il suo team, il dott. Gianluca Grechi, direttore del reparto di Ostetricia e Ginecologia del “Carlo Urbani” dal 2019, che ci fornisce alcuni dati significativi che attestano la crescita delle nascite nel reparto jesino.
«Vorrei darvi alcuni dati nazionali per poi passare ai dati eccezionali di Jesi: a livello nazionale siamo sotto i 400 mila nati all’anno».
Un numero che decresce ogni anno, nel 2022 ad esempio, sono state registrate 6.000 nascite in meno rispetto all’anno precedente. Così come è diminuito il numero medio di figli per famiglia: tra il 2008 e il 2010 era di 1,4, oggi si attesta a 1,2.
«Nel 1964 era di 2,4. Un dato medio quindi, che si è dimezzato. Variata anche l’età media della prima gravidanza che per la donna oggi si attesta a 32 anni, mentre l’età massima di concepimento supera spesso la soglia dei 40 anni».
A Jesi invece i dati sono in controtendenza, il punto nascita ha registrato nel 2020: 834 nati, nel 2021: 888 nati e nel 2022 sono arrivati a 901 nascite. Quest’anno il reparto punta a raggiungere quota 1.000. Un trend positivo anche rispetto a tutte le Marche, che nel 2022 hanno segnato 8.000 nascite.
Attualmente nella provincia di Ancona sono 3 le strutture ospedaliere dotate di punto nascita: Ancona, Senigallia e Jesi. Dopo le chiusure di altre realtà, come nei Comuni di Osimo e Fabriano, le donne si spostano più frequentemente per partorire.
La scelta dell’ospedale che prima era dettata dalla vicinanza a casa, oggi è legata a una discriminante più consapevole che riguarda i servizi offerti e la qualità del reparto.
«I criteri di scelta sono cambianti, indirizzandosi verso la ricerca di strutture nuove e all’avanguardia – spiega il dott. Grechi – maggiori confort e qualità dell’assistenza. Oggi sono elementi che fanno la differenza per una futura mamma».
«Nell’epoca di internet e dei social, è molto facile informarsi sulle strutture e avere anche dei feedback da parte delle altre partorienti. Il fatto che il nostro reparto sia stato inaugurato nel 2015, spostandosi dalla vecchia struttura di Viale della Vittoria, ne fa una realtà moderna, con sale parto di ultima generazione dotate di confort per la donna e per la coppia».
«Inoltre lavoriamo molto sull’aspetto emotivo ed emozionale che c’è dietro ogni gravidanza, sull’importanza di costruire una relazione empatica con le pazienti basata sulla fiducia e l’accoglienza. Quando una mamma ci ringrazia perché dice di essersi sentita a casa, questa è la nostra soddisfazione più grande, la testimonianza che ce l’abbiamo fatta a costruire quell’empatia».
«C’è un rapporto one to one con l’ostetrica che segue la paziente durante il travaglio e nel parto. Permettiamo la presenza del partner in tutte le fasi dell’evento e incentiviamo la naturalità del parto, per permettere alla donna e alla coppia di vivere appieno questo momento, con tutte le conseguenze benefiche che comporta anche per il bambino».
Altri punti di forza della struttura jesina sono l’assistenza h24 per il servizio di analgesia e la possibilità di prendere in carico anche i parti alla 32esima settimana o con un peso fetale maggiore di 1 chilo e mezzo, grazie alla sinergia con il reparto di neonatologia.
«Il nostro scopo è l’umanizzazione dell’evento nascita – sottolinea Grechi – quindi favorire la naturalità del parto è un aspetto fondamentale, vorremmo sfatare anche il concetto di medicalizzazione collegato al parto. La gravidanza non è una malattia e il nostro reparto non cura le pazienti, ma ci prendiamo cura di loro. Durante la gravidanza la donna subisce notevoli variazioni fisiche e ormonali e vive una dimensione emotiva del tutto nuova durante la quale va assistita e accompagnata».
«I vantaggi del parto naturale non riguardano solo la donna ma anche il bambino, che proprio nel passaggio dal canale vaginale viene a contatto con una flora batterica che lo sosterrà nel suo sviluppo futuro, così come il taglio ritardato del cordone ombelicale, che viene reciso solo quando smette di pulsare, permette al bambino di prendere il massimo nutrimento dalla placenta».
«Al momento della nascita favoriamo il contatto pelle a pelle, del bambino con la mamma, importante per stabilire il primo legame mamma- bambino, che agevola anche l’allattamento al seno».
Pratiche che testimoniano l’evoluzione dell’ostetricia che va sempre più nella direzione di considerare mamma e bambino un’entità unica, nella prima fase di vita.
Il reparto è dotato di un Ambulatorio della gravidanza, in cui avviene la presa in carico delle pazienti, generalmente a partire dalla 36esima settimana, anche quelle provenienti da altre realtà ospedaliere. Un ginecologo raccoglie tutte le informazioni relative al percorso gestazionale, per conoscere criticità e dettagli e avere un quadro completo della situazione prima del parto.
«Attraverso i consultori sono attivi i corsi preparto, nell’ambito dello scambio di rete territorio- ospedale – spiega ancora il direttore -. Abbiamo in previsione per l’estate anche dei corsi di yoga, per sostenere le pazienti fisicamente ed emotivamente, agendo sulla consapevolezza del corpo che cambia e lavorando sulla respirazione e sulla serenità emotiva. Abbiamo anche corsi di riabilitazione del pavimento pelvico per il post parto».
I corsi coinvolgono anche il personale del reparto e riguardano la formazione per gestire la comunicazione e l’empatia con le pazienti, la conoscenza dei protocolli da seguire nella gestione delle emergenze.
«Anche se gli eventi davvero critici sono rari, la preparazione del personale è fondamentale per gestire le emergenze e abbiamo un protocollo che ci permette di agire in modo definito. Quanto alle criticità quotidiane che possono presentarsi credo che stia alla buona volontà di tutti noi minimizzarle e affrontarle con serenità».
«In questi casi, poter applicare una medicina narrativa che spiega alla partoriente cosa andremo a fare e come lo faremo, ha un effetto benefico sulla paziente che si rilassa e si affida alle nostre cure con fiducia. Finora ho cercato di mettere la mia esperienza ventennale all’ospedale “Salesi” di Ancona, a disposizione di questo reparto, che per me è un onore dirigere, visto lo stretto rapporto di mio padre con la città di Jesi».
«Generazioni di donne che hanno partorito con lui e di cui oggi seguo figlie e nipoti. Ci tengo a dire che se abbiamo raggiunto bei risultati e siamo apprezzati dalle mamme è grazie all’impegno di tutto il reparto».
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